Cadde in una buca mentre tornava a casa: risarcimento di 193mila euro

Venerdì 29 Giugno 2018
Cadde in una buca mentre tornava a casa: risarcimento di 193mila euro
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BURANO - Inciampò e cadde rovinosamente a terra a causa di una buca sul marciapiedi: a distanza di otto anni dall'incidente, una sessantatreenne di Burano dovrà essere risarcita per le gravi lesioni sofferte. Lo ha stabilito il Tribunale civile di Venezia in una sentenza con la quale il Comune di Venezia è stato condannato a versare ben 193 mila euro, oltre a interessi e rivalutazione monetaria. L'episodio, avvenuto nel pomeriggio del 6 marzo del 2010, si verificò in via San Martino Destro, dove la donna si era recata per fare la spesa al supermercato: mentre la sessantatreenne stava facendo ritorno a casa, il tacco della sua scarpa si incastrò in una buca, non segnalata,  presente tra le mattonelle adiacenti un tombino. Caduta rovinosamente a terra, la signora riportò una grave frattura scomposta del gomito destro, a seguito del quale si resero necessari l'immediato ricovero ospedaliero e, successivamente, ben quattro interventi chirurgici.
La donna, assistita dall'avvocato Giorgio Caldera si è rivolta al Comune per poter definire in maniera bonaria la questione, ma senza ottenere soddisfazione: di conseguenza è stata obbligata a citare Ca' Farsetti di fronte al Tribunale. Nel corso del procedimento, il Comune si è costituito a giudizio con l'avvocato Andrea Cesare, contestando la dinamica dell'evento e chiedendo che venisse accertata l'esclusiva responsabilità della danneggiata per l'accaduto in quanto la sconnessione, ritenuta visibile, avrebbe dovuto essere notata anche grazie alla differenza cromatica tra il porfido ed il chiusino.
Nel corso della causa è stata ascoltata la testimonianza di una persona presente al momento della caduta e sono state acquisite le fotografie riguardanti lo stato dei luoghi al momento dell'incidente. E la sentenza, depositata pochi giorni fa, ha accertato la responsabilità dell'accaduto a carico dell'amministrazione comunale che, in qualità di qualità di custode di quel tratti di strada, avrebbe dovuto esercitare il potere, che gli compete, ovvero di vigilanza e, quindi, di conseguente manutenzione, proprio per evitare il rischio di incidenti. Il giudice ha stabilito che la donna non ha avuto nessuna colpa.
Sulla base dei risultati dell'accertamento medico-legale, il giudice Silvia Barison ha riconosciuto all'infortunata il risarcimento del grave pregiudizio sofferto, quantificato il 193 mila euro: oltre al danno biologico, sono stati risarciti il danno morale per la sofferenza patita durante il periodo di malattia e convalescenza ed il danno patrimoniale per le spese mediche sostenute.
Il Tribunale ha compensato le spese di lite in quanto è stata accolta solo parzialmente, sul piano quantitativo, la richiesta di risarcimento. Il Comune potrà impugnare in appello, ma nel frattempo la sentenza è provvisoriamente esecutiva e, dunque, il risarcimento dovrà essere versato.
 
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