I cacciatori di spettri a Poveglia: «Qui ci sono solo fantasmi buoni»

Domenica 15 Gennaio 2017 di Giorgia Pradolin
I cacciatori di spettri a Poveglia: «Qui ci sono solo fantasmi buoni»
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VENEZIA - Voci di bambini morti e presenze invisibili registrate dagli strumenti elettromagnetici. Sull’isola di Poveglia, a Venezia, i fantasmi ci sono, ma buoni. A stabilirlo ieri, dopo una notte di rilevazioni, i membri dell’associazione Epas (European Paranormal Activity Society), per chi ci crede naturalmente. I ghostbusters italiani vanno così a smentire quanto era stato affermato dai loro colleghi americani nel 2009: una puntata del programma televisivo “Ghost Adventures” sosteneva come Poveglia fosse il luogo “più oscuro d’Italia” e “il più sinistro della terra”. Un’isola maledetta per la presenza di anime inquiete e arrabbiate, quelle della moltitudine di persone bruciate a causa della peste (l’isola nel 1700 fu uno storico lazzaretto veneziano, stazione di quarantena per tutto l’Ottocento e fino al secondo dopoguerra). Addirittura, gli americani sostenevano di esser stati posseduti da oscure entità durante la permanenza notturna sull’isola. Un’occasione troppo allettante per gli amanti del paranormale.
Così, sabato, otto membri dell’Epas muniti di caschetti, scarpe antinfortunio e indumenti termici sono partiti da Como e Piacenza per imbarcarsi verso la coraggiosa avventura in laguna. L’obiettivo: misurare l’attività paranormale e gli ectoplasmi tra le vecchie impalcature dell’edificio e il campanile dismesso. Circondati dagli alberi e dall’acqua per tutta la notte, nel gelo e buio pesto, la squadra ha girato l’isola in lungo e in largo con una strumentazione tecnica sofisticata che permette di rilevare campi elettromagnetici, variazioni delle temperature e suoni o voci elettronici (cioè anomalie nell’ambiente). Macchine fotografiche a raggi infrarossi, termocamere e videocamere modificate “full spectrum” che rilevano le onde ultraviolette, registratori digitali e ambientali. Sabato sera, al loro arrivo a Poveglia, una nebbiolina si sovrapponeva al sole, avvolgendo l’isola e trasformando la vecchia imbarcazione dei pescatori sul pontiletto in una barca fantasma. Ma oltre alla tetra atmosfera, la squadra ha trovato una sorpresa: presenze sì, ma non spettrali. Alcuni giovani che con una barca erano andati a farsi un giro abusivo sull’isola, per fare chissà cosa.
I membri dell’associazione hanno dovuto attendere sei mesi per avviare la missione veneziana: occorreva l’autorizzazione da parte del Demanio, proprietario dell’isola lagunare, che a sua volta aveva chiesto il permesso alla Soprintendenza.

Durante la nottata di indagini la squadra ha pubblicato delle dirette video sulla pagina facebook dell’Epas. Quello che è stato trovato, lo racconta il presidente nazionale Massimiliano Maresca: “Sicuramente ci sono delle energie residuali sull’isola ma ciò che hanno portato alla ribalta gli americani parlando di entità diaboliche, noi italiani, padroni di casa, possiamo smentirlo: non c’è nulla di cattivo a Poveglia. Abbiamo sentito per due volte distintamente e senza apparecchiature le voci di una bambina vicino alle cucine, e lo strumento ha poi confermato una differenza di campo elettromagnetico”. Con Maresca a Poveglia c’era anche il vicepresidente nazionale dell’Epas Giuseppe Ferrara, il presidente della sezione di Piacenza Marcello Chichinato con alcuni membri del suo team e Alberto Finotti, dello staff tecnico. Prossimo passo, la realizzazione di un documentario sull’esperienza nell’isola lagunare con informazioni geo-storiche sul luogo che alimenta misteri e leggende in tutto il mondo.

Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 08:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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