Boom di ristoranti gestiti da migranti,
apre il quarto: «Così ci si integra»

Giovedì 3 Novembre 2016 di Tomaso Borzomì
Kharim e due dei soci
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La vita di Hamed Mohammad Kharim è una storia ricca di speranza e di chi, afghano, scappato dalle guerre e dai talebani, è diventato ristoratore a Venezia. Ristoratore lui e ristoratori i suoi dieci soci, accomunati dal fatto di essere migranti, provenienti da tutto il mondo: Gambia, Etiopia, Egitto, Iran, Kurdistan, Afghanistan, solo per citare alcuni paesi. Il 35enne Kharim, con i suoi dieci soci che daranno lavoro a una quarantina di persone, domani alle 19 aprirà il terzo locale gestito da migranti, l'African experience, in calle lunga San Barnaba. Il ristorante segue la fortunata scia del primo Orient experience 1, aperto in Rio Morto a Cannaregio e l'altro Orient Experience 2 in campo Santa Margherita. Ma non finisce qui. «Tra pochi giorni apriremo anche l'Orient experience 3, sempre a Santa Margherita, e come gli altri si focalizzerà su carne, riso e tante verdure», racconta Kharim.

Un modello da esportare? «Perché no - sorride - abbiamo avuto già due proposte da Roma». Interrotto al telefono, risponde con «Salam», salvo poi parlare in italiano: «È la nostra lingua comune - spiega - all'inizio si parte da cipolla, patate, riso, poi si impara». Come si impara a trasmettere la propria cultura: «Siamo un popolo cordiale e ospitale», spiega. Ma pronto ad apprendere, come la prima cosa che ha imparato dall'Italia: «È una Repubblica fondata sul lavoro», dice sorridendo. 
 
Ultimo aggiornamento: 16:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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