Biennale di Venezia, casette, bolle
e piscine: 10 cose da sperimentare

Venerdì 27 Maggio 2016 di Sergio Frigo
Biennale di Venezia, casette, bolle e piscine: 10 cose da sperimentare

Le guide-cataloghi viventi, il Giardino di pietra ricavato dai rifiuti, tante scale, una mongolfiera per i senza terra... E l’Uruguay che invita a "rubare" dagli altri padiglioni. Non è più la Biennale architettura di un tempo, in cui prevalevano le elaborazioni tecniche e le proposte di impatto popolare si contavano sulle dita di una mano. E non è neppure - al contrario - una mostra che affidi ai gadget tecnologici le sue chances di riuscita. Proviamo dunque a stilare un vademecum che aiuti i visitatori ad orientarsi, privilegiando le proposte che mescolano efficacemente le buone idee e la capacità di comunicarle.
 

 

LE GUIDE - Veri e propri "cataloghi viventi", vi saranno utilissimi/e; sono 30 (ma i candidati erano 1800), hanno sostituito i 60 vecchi guardasala (ora in gran parte riciclati in altri compiti) e sono tutti laureati/e in discipline artistiche, con una formazione specifica sulla Biennale.

CORDERIE - Raggruppiamo qui alcuni flash delle prime sale dell’Arsenale. Dopo l’impattante installazione iniziale con l’alluminio e il cartongesso riciclati dalla precedente Biennale, si segnalano la vera tenda mongola di Rural Urban Framework (con video all’interno), il centro commerciale Matrex di Mosca progettato dallo studio Bernaskoni come una matrioska, le sciabolate di luce dal soffitto dello studio Transsolar (l’installazione più fotografata).

 

Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 09:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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