​Salvati 10 posti di lavoro grazie
a un giovane avvocato udinese

Giovedì 19 Maggio 2016 di Paola Treppo
L'avvocato udinese Felcaro
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CONCORDIA SAGITTARIA (Venezia) - Preservare l’attività, i posti dei dipendenti e la continuità dei rapporti commerciali, nonostante la società fosse in stato di forte crisi. Era questa la richiesta di Marco Geromin, ex sindaco di Concordia Sagittaria e titolare di “Giesse srl”, società un tempo leader nella fabbricazione di tetti in legno ma che in seguito, colpita duramente dalla crisi, si era trovata a fronteggiare un aumento elevato dei costi delle materie prime e un sensibile calo degli ordini di acquisto. Una sfida che Roberto Felcaro, giovane avvocato udinese specializzato in diritto societario, non solo ha accettato con entusiasmo, ma che ha vinto brillantemente. «C’era una forte esposizione debitoria della società - spiega Felcaro - ma anche la possibilità di attivare una procedura che giuridicamente potesse proteggere la debitrice durante il tentativo di ristrutturazione della società».
 
Inizialmente è stato depositato un ricorso prenotativo di concordato preventivo, per formulare un piano da presentare al Tribunale di Pordenone, la cui accettazione avrebbe dato la possibilità alla Giesse di pagare concorsualmente i propri creditori. «Ho voluto seguire questa strategia - specifica Felcaro - perché la società che rappresentavo con il mio socio di studio, l'avvocato Plasenzotti, era in trattativa con un gruppo di acquisto per la cessione della propria azienda; per tale operazione però il gruppo non intendeva rischiare eventuali revocatorie fallimentari o civili e quindi si rendeva necessario operare nell’ambito delle protezioni legalmente concesse dalla procedura concordataria. Con detto gruppo d’acquisto abbiamo quindi stipulato un contratto preliminare condizionato all’omologa del concordato preventivo».
 
Dopo l’ammissione alla procedura di concordato dal Tribunale di Pordenone, si sono però evidenziate alcune discordanze tra le valutazioni dei periti intervenuti per la valutazione dei beni residuali della società estranei al contratto preliminare di cessione. Questo poteva portare al rischio di revoca della procedura di concordato. Ma ecco che Felcaro, col parere favorevole del commissario e previa autorizzazione giudiziale, è riuscito a modificare gli effetti del contratto preliminare stipulato in concomitanza con il deposito del piano. Alla fine, l’azienda della Giesse è stata alienata al gruppo di acquisto secondo i valori di mercato espressi nel contratto preliminare; assieme ai beni oggetto della cessione sono stati inoltre preservati l’attività aziendale e la maggior parte dei rapporti commerciali. Per di più, i soci titolari e 10 addetti, 7 dipendenti e 3 commerciali, sono passati dalla società debitrice al gruppo d’acquisto preservando le medesime condizioni contrattuali. Raggiunti quindi gli obiettivi prefissati, la Giesse ha deciso di rinunciare al concordato e ha richiesto il fallimento della società per velocizzare le pratiche di dismissione dei beni estranei alla cessione d’azienda.
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