Autonomia dalla A alla Z, ecco tutte le parole chiave per capire la riforma.

Sabato 4 Febbraio 2023 di Angela Pederiva
Calderoli e Zaia, promoter dell'autonomia

A come Applauso. Il primo via libera al disegno di legge in Consiglio dei ministri è stato salutato dal battimani dei presenti, tutti ovviamente appartenenti al centrodestra. «Tutto molto bello, ma l'applauso se lo fanno da soli perché è l'unico che avranno», promette il Terzo Polo con Matteo Richetti.

B come Bonaccini. Stefano, il presidente dell'Emilia Romagna, la Regione che insieme al Veneto e alla Lombardia nel 2018 aveva firmato le pre-intese con il governo Gentiloni.

Ora l'esponente del Partito Democratico è però candidato alla segreteria nazionale, sicché l'ultima sua dichiarazione è la seguente: «Questa autonomia differenziata è un pasticcio clamoroso. Secondo me bisogna dire di no, bisogna mobilitarsi nel Paese».

C come Calderoli. Roberto, il ministro degli Affari regionali, è riuscito nell'impresa di portare sul tavolo di Palazzo Chigi, e non far nascondere in un cassetto, la cornice in cui dovrà inquadrarsi la riforma. Un (primo) risultato che il leghista, a Vicenza per un evento dedicato al rally, rivendica così: «Oggi siamo qui a premiare i campioni, speriamo che l'autonomia proceda con la stessa velocità dei piloti». Vedi alla lettera T.

D come De Luca. Vincenzo, il governatore dem della Campania, è l'arcinemico della bozza Calderoli: «L'unità del Paese è a rischio, il Sud è condannato al degrado e i nostri figli saranno costretti a emigrare». Vedi alla lettera H.

E come Einaudi. Luigi, primo presidente della Repubblica eletto dal Parlamento, menzionato da Luca Zaia pressoché in ogni intervista dal referendum del 2017 ai giorni nostri: «Einaudi nel 1948 diceva che ad ognuno sarà data l'autonomia che gli spetta». Dopo questo primo sì, urge una nuova citazione.

F come Fabbisogni (e costi) standard. Addio spesa storica: stando al ddl Calderoli, «il trasferimento delle funzioni, con le relative risorse umane, strumentali e finanziarie» dallo Stato alle Regioni sarà regolato secondo le reali necessità finanziarie degli enti, in base alle loro caratteristiche territoriali e socio-demografiche.

G come Gettito. La relazione illustrativa, che accompagna il disegno di legge, chiarisce che «il finanziamento delle funzioni attribuite» ai territori avverrà «attraverso compartecipazioni al gettito di uno o più tributi erariali a livello regionale». Vedi alla lettera R.

H come Humour. L'autonomia fa spesso litigare, ma anche ridere, i presidenti di Campania e Veneto. Appare in tivù Vincenzo De Luca*: «Adesso sono in ansia perché mi ha di nuovo invitato a pranzo Luca Zaia. L'ultima volta mi ha fatto mangiare i fanghi di Sirmione, che loro chiamano fegato con cipolle. Meno male che avevo portato una puatta di pummarola fresca e cinque chili di pasta di Gragnano, il kit minimo da viaggio. Beh, si sono mangiati pure la puatta di metallo...». E poi: «Noi in Campania siamo più virtuosi del Veneto e della Lombardia». (*Solo una delle due scenette è l'imitazione di Maurizio Crozza).

I come Intese. Sono il cuore procedurale dell'autonomia differenziata, secondo quanto previsto dalla Costituzione: «La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata». Il percorso di trasferimento delle competenze (e delle risorse) coinvolge, a più riprese, Governo, Parlamento, Conferenza unificata e Regioni, includendo la definizione dei Lep. Vedi alla lettera L.

L come Lep. Similmente ai Lea per la sanità, i Livelli essenziali delle prestazioni sono gli standard minimi dei servizi che devono essere garantiti a tutti i cittadini sull'intero territorio nazionale. La legge di Bilancio per il 2023 ha istituito una cabina di regìa, composta da tutti i ministri competenti, che nel giro di un anno dovrà fissarli per le 23 materie devolvibili. Vedi alla lettera V.

M come Meloni. Giorgia, la presidente del Consiglio che al traguardo volante dei primi 100 giorni di governo, mantiene la promessa elettorale fatta alla Lega. Epico il sassolino che la leader di Fdi si era tolta in piazza Ferretto a Mestre, due settimane prima del suo trionfo: «Non è che in questi anni l'autonomia non è stata portata a casa per colpa nostra, eh? Noi stavamo all'opposizione». Ora la premier guida la maggioranza, per cui dovrà garantire che tutti i suoi Fratelli d'Italia fra Camera e Senato siano altrettanto coerenti.

N come Negoziato. Nei cinque anni seguiti alla consultazione referendaria, le delegazioni trattanti dei vari Governi e delle Regioni interessate hanno avuto un confronto serrato sui contenuti della cornice normativa. Ora dovrà avvenire la trattativa vera sulle materie e sui finanziamenti, finalizzata alla firma delle intese. Vedi alla lettera I.

O come ordinario. È l'attuale statuto del Veneto, che punta invece a diventare una Regione autonoma, così come sono già la Sicilia, la Sardegna, la Valle d'Aosta, il Friuli Venezia Giulia e le Province di Trento e Bolzano. Da presidente di quest'ultima, Arno Kompatscher avverte: «Se le Regioni a statuto ordinario ricevono competenze che vanno oltre quelle delle Regioni a statuto speciale, anche l'Alto Adige dovrebbe riceverle». L'autonomia del vicino è sempre più verde.

P come Parlamento. L'ultimo ritocco della bozza ha accentuato il ruolo di Montecitorio e di Palazzo Madama. Dopo il parere della Conferenza unificata, il disegno di legge dovrà essere esaminato dalle commissioni parlamentari, che si esprimeranno «con atti di indirizzo». Il voto finale sarà prerogativa delle Camere.

Q come Quadro. È la tipologia della legge portata avanti dal Governo di centrodestra, una cornice contenente i princìpi fondamentali relativi all'ordinamento di una determinata materia. La primogenitura della sua applicazione all'autonomia differenziata, ancora nel 2019, spetta però dell'allora ministro dem Francesco Boccia, il quale dovette affrontare la diffidenza dei leghisti.

R come Residuo fiscale. A lungo dominante nel dibattito politico, il concetto è sparito dal radar istituzionale, tanto da non comparire nel testo della legge. Dai gloriosi tempi dei nove decimi di gettito erariale da trattenere sul territorio regionale, del resto, ne è passata di acqua sotto i ponti dell'autonomia differenziata. Ciò non toglie che i 15 e rotti miliardi di euro, a cui ammonta lo scarto fra le tasse pagate allo Stato e i servizi ricevuti dal Veneto, rimangano un argomento di accesa discussione per il popolo dell'autonomia.

S come Sud. E come «secessione dei ricchi», lo spauracchio agitato dalle realtà meridionali che si oppongono all'autonomia differenziata. E come Svimez, cioè l'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, il cui centro studi cannoneggia a colpi di numeri le richieste di autonomia differenziata del Nord, il quale da qualche tempo risponde all'assalto con il portale dedicato della Regione Veneto.

T come Tempi. Il ministro Calderoli dice che «entro 12-13 mesi» il Parlamento dovrebbe approvare il disegno di legge, mentre nello stesso arco di tempo la cabina di regìa dovrebbe varare i Lep (vedi alla lettera L), così da permettere al Governo «a inizio 2024» di cominciare a esaminare «le proposte» delle Regioni in vista dell'intesa. Insomma, arrivederci al prossimo anno, per il centrodestra. A mai più, ribatte però il centrosinistra, deciso ad affossare il ddl. Fra le incognite: la campagna elettorale in Lombardia.

U come Unità d'Italia. Nella prima riga dell'articolo 1, il disegno di legge dichiara di operare «nel rispetto dei princìpi di unità giuridica ed economica, indivisibilità e autonomia», tutti sanciti dalla Costituzione. È la risposta del governo Meloni ai teorici dello spacca-Italia.

V come Ventitré. Tante sono le materie su cui la Carta, dopo la modifica del titolo V nel 2001, consente alle Regioni di ottenere «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia». Fin dall'inizio il Veneto è intenzionato a chiederle tutte, dai «rapporti internazionali e con l'Unione europea delle Regioni», agli «enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale», passando per l'istruzione e l'energia, giusto per citare due dei temi su cui è pressante la richiesta di stralcio avanzata dall'opposizione, dalle parti sociali e dalle categorie economiche (anche se non tutte).

Z come Zaia. Luca, il presidente della Regione che ha fatto dell'autonomia differenziata per il Veneto l'obiettivo politico della sua carriera amministrativa. Chissà se il leghista sogna il quarto mandato perché teme che il terzo non gli basterà per arrivare al risultato. Vedi alla lettera T.
 

Ultimo aggiornamento: 15:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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