JESOLO - Esasperate dalle troppe critiche. Ma anche dalle ripetute polemiche di mercificazione del corpo della donna. Accuse che il concorso respinge con fermezza. Per questo ieri sera, durante la sfilata di presentazione delle 80 finaliste di Miss Italia, da piazza Torino a piazza Milano, sono state proprio le ragazze a far vita a un flash mob di protesta esibendo, negli ultimi metri di passerella, dei cartelli inneggianti alla libertà delle donne. Un modo per ribadire l’importanza di esprimere la loro libertà, compresa quella di poter sfilare ad un concorso di bellezza. Concetti che ieri mattina, nella cornice di Ferrowine, la patron del concorso Patrizia Mirigliani ha ribadito alla presentazione dell’epilogo dell’80. edizione del concorso che premia la più bella d’Italia.
Dopo le prefinali di Mestre, da ieri è iniziata ufficialmente la fase di avvicinamento alla finale di venerdì 6 alle 21.45, in diretta su Raiuno. E se Jesolo si è confermato “Comune della bellezza, con tanto di consegna di simboliche chiavi della città dal sindaco Valerio Zoggia a Patrizia Mirigliani, la stessa patron ha voluto lanciare dei messaggi precisi.
I DIRITTI
Prima di tutto per la difesa dei diritti delle donne. «Jesolo è un nostro alleato – ha detto Patrizia Mirigliani - assieme abbiamo vinto diverse battaglie. Ora rilanciamo quella per la libertà delle ragazze: Miss Italia è un sacrario, dove bellezza viene tutelata e non offesa. Ci portiamo avanti dei cliché che appunto combattiamo. Dall’esordio ci portiamo avanti delle polemiche ma il concorso prosegue e la conferma arriva dalle 10mila ragazze che ogni anno vi partecipano. Nella finale celebreremo le donne». E dall’esempio di Venezia, che qualche anno fa, ospitando le miss in Piazza San Marco, inventò l’hashtag #EnjoyRespectVenezia anche il Comune di Jesolo quest’anno ha deciso di coniare uno slogan all’insegna della sostenibilità ambientale.
«Il nostro motto - ha spiegato il sindaco Valerio Zoggia - è molto semplice: “Ama la natura, Ama Jesolo”».