Tragedia in Cadore, Angelika Hutter davanti al gip. Il pm: «Deve restare in carcere: ha ucciso 3 persone»

Lunedì 10 Luglio 2023 di Olivia Bonetti
Angelika Hutter

BELLUNO - «Deve restare in carcere: ha ucciso 3 persone». Il pm Simone Marcon, che coordina le indagini sull’omicidio stradale plurimo avvenuto giovedì 6 luglio a Santo Stefano di Cadore, chiede la convalida dell’arresto e della misura cautelare in cella per l’investitrice Angelika Hutter.

La tedesca 31enne, originaria di un villaggio nella zona di Deggendorf, comune della Baviera, alla guida della sua Audi nera nella località turistica del Bellunese, ha ucciso mezza famiglia veneziana che era fuori in passeggiata quel pomeriggio. Oggi comparirà di fronte al giudice Elisabetta Scolozzi, chiamata a decidere poi sulla misura cautelare.

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LA TRAGEDIA
Angelika Hutter nell’udienza di convalida potrà rispondere alle domande del giudice e, assistita dall’avvocato d’ufficio Giuseppe Triolo, potrebbe dire la sua verità. La donna giovedì alle 15.15 ha falciato sul marciapiede i pedoni a passeggio. Nella tragedia sono morti il piccolo Mattia Antoniello, che avrebbe compiuto 2 anni il 16 luglio, il suo papà Marco Antoniello, 47 anni, e la nonna materna Mariagrazia Zuin, 64 anni. L’automobilista non ha fatto cenno a frenare e li ha presi uno dopo l’altro, caricandoli sull’auto e sbalzandoli in avanti di metri per poi fermarsi più avanti. Viaggiava a grande velocità in un centro urbano, in via Udine a Santo Stefano, dove il limite è di 50 orari. Era ad almeno 70 chilometri orari, scrivono i carabinieri.

L’ACCUSA
L’automobilista è chiamata a rispondere di omicidio stradale plurimo (codice penale 589 bis, primo e ottavo comma). Non era sotto l’effetto di alcol o droga, mentre era alla guida, come evidenziato dalle analisi del sangue. Cosa è successo allora? C’è infatti una serie di particolari inspiegabili. Tanto che è spuntata anche la pista del gesto volontario, con indiscrezioni che attribuivano che si trattasse di un’ipotesi al vaglio del pm. Il procuratore di Belluno, Paolo Luca, fa chiarezza una volta per tutte: «Se lo sono inventato. Al momento lavoriamo sugli elementi empirici che abbiamo a disposizione, senza anticipare conclusioni che potrebbero essere fuorvianti, come quella del gesto volontario».

LA DIFESA
Intanto anche il difensore della donna, l’avvocato Giuseppe Triolo, è stato preso di mira da una campagna d’odio sui social. Una serie di commenti al veleno al limite delle minacce per l’assistenza che il legale d’ufficio presta all’automobilista, come è suo dovere. Tanto odio da costringere il presidente della Camera penale bellunese “Odorico Larese”, l’avvocato Massimo Montino, ad intervenire e a dare la sua solidarietà al collega: «Ricordo i principi fondamentali del diritto di difesa, anche costituzionalmente garantiti dall’articolo 24. E ricordo che va assicurata una difesa che garantisca i principi del ragionevole giudizio anche nei reati più efferati quando la colpa sembra già acclarata».

IL NULLA OSTA
È atteso per oggi il nulla osta della procura per i funerali. Le salme delle tre vittime sono ancora nel Bellunese, dove si è effettuato nei giorni scorsi l’esame cadaverico esterno. Non si è ritenuto necessario, infatti, procedere all’autopsia. Sotto sequestro l’auto dell’investitrice su cui verrà effettuata una analisi accurata per escludere anche l’ipotesi di un eventuale guasto tecnico. Sotto sequestro anche il telefonino di Angelika, forse per oggi potrebbero arrivare i risultati della analisi che diranno se lo stava utilizzando. Ma sarà la consulenza che la Procura affiderà a un ingegnere a chiarire la dinamica dell’incidente. Fondamentale su questo punto il video di una telecamera di un’attività commerciale che si trova cento metri prima del punto dell’impatto e che ha documentato il passaggio dell’auto e, subito dopo, il boato.

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Ultimo aggiornamento: 16:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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