«Dissalatori e non solo, Israele mostrerà al Veneto come risparmiare l'acqua»

Sabato 20 Maggio 2023 di Angela Pederiva
Alon Bar, l'ambasciatore d'Israele in Italia

Due giorni a Venezia per Alon Bar.

L'ambasciatore d'Israele in Italia giovedì ha visitato il padiglione nazionale della Biennale Architettura e ieri è stato ricevuto dal sindaco Luigi Brugnaro, ma le sue relazioni con il Veneto non finiranno certo qui. «Ho incontrato il presidente Luca Zaia, il quale mi ha espresso il desiderio di conoscere il modello israeliano di gestione dell'acqua: per questo organizzeremo una visita dedicata alle nostre tecnologie e alla nostra esperienza, il potenziale di collaborazione è molto alto», annuncia il diplomatico al Gazzettino, durante la conversazione con il direttore Roberto Papetti.


Lo strumento israeliano dei dissalatori può essere un modello per la realtà veneta nel contrasto alla siccità?
«Le sfide nei due territori non coincidono al 100%, ma le nostre buone prassi possono essere molto rilevanti. La desalinizzazione è una soluzione, però ce ne sono anche altre: prevenire, rilevare e risolvere le perdite della risorsa idrica; riciclare l'acqua, come facciamo noi per il 90% di quella che viene utilizzata in agricoltura. Su tutto questo Israele può offrire sia l'esperienza che la tecnologia per incrementare la collaborazione con il Veneto e con l'Italia, che penso poggi su tre pilastri principali di comune interesse».


Quali?
«Il primo è appunto l'acqua. Il secondo è l'energia, intesa come fonti alternative, ma anche come riserve di gas, con la capacità di portarlo dal Mediterraneo orientale e da Israele all'Italia. Il terzo è la sicurezza, nel senso di cyber-security, così come di difesa del Mediterraneo e di protezione delle infrastrutture civili, inclusa la tecnologia spaziale».


Proprio in questi giorni è partito il programma "Accelerate in Israel", mirato a facilitare l'avvio di 12 start-up italiane. Che ecosistema troveranno?
«Un insieme di comunità dedicate alla finanza, all'industria, allo sviluppo, alla ricerca, in cui le persone lavorano insieme. L'aspetto importante è che una tecnologia pensata per un settore, dall'ambiente alla medicina, può essere interessante anche per un altro. Penso che i nostri due Paesi possano lavorare bene insieme, perché parliamo la stessa lingua economica e culturale in Israele e in Italia».


Come sono le relazioni fra i governi di Benjamin Netanyahu e Giorgia Meloni?
«Ne ho parlato anche a un evento organizzato a Mestre dall'associazione Italia Israele e dal Rotary Club. I rapporti sono molto buoni, il ministro Antonio Tajani prepara una visita della premier Meloni al primo ministro Netanyahu forse per l'autunno».


Quanto vi preoccupano i rigurgiti di antisemitismo?
«Stiamo seguendo la lotta contro l'antisemitismo in Italia. Siamo incoraggiati dal fatto che il governo Meloni ha nominato un nuovo coordinatore per il ruolo che era stato istituito da un precedente esecutivo: altra persona (il prefetto Giuseppe Pecoraro, ndr.), ma stessa politica. Lavoriamo in maniera molto positiva con la comunità ebraica, con la classe dirigente e con la società civile. Come dappertutto, vediamo anche in Italia un crescente antisemitismo: nei social network, e a volte in certi contesti, si demonizzano gli ebrei e Israele. Ma c'è pure una crescente consapevolezza nella società italiana dell'esigenza di combattere questo fenomeno».


In tema di combattimenti, qual è la posizione di Israele sulla guerra tra Russia e Ucraina? All'inizio c'è stata solo l'assistenza umanitaria agli ucraini, ma di recente è stato garantito a Kiev pure l'invio dei sistemi anti-drone.
«C'è una forte solidarietà in Israele verso il popolo ucraino. Tuttavia il nostro sostegno all'Ucraina verrà offerto in un modo che non causi uno scontro diretto tra Israele e Russia. Dobbiamo tenere in considerazione il fatto che la Russia è presente in Siria, ai nostri confini, così come le importanti relazioni con le comunità ebraiche in Russia. Perciò manteniamo le linee di comunicazione con Mosca, ma supportiamo pienamente lo sforzo della comunità internazionale nel creare le condizioni per portarla al tavolo del negoziato. Faremo del nostro meglio per aiutare l'Ucraina, sempre che non ci siano rischi per la sicurezza interna di Israele».


A proposito di affari interni, qual è il livello della tensione fra israeliani e palestinesi?
«C'è preoccupazione. Purtroppo registriamo una forte attività dei terroristi e di coloro che supportano il terrorismo nei campi palestinesi. La possibilità di avere un confronto positivo è limitata, a causa dell'influenza di Hamas a Gaza e della jihad islamica, che tentano di trascinarci in uno scontro totale con i palestinesi. Invece sarebbe importante poter rinnovare il dialogo con la dirigenza palestinese».


Nelle prossime ore riprenderanno le proteste contro la riforma della giustizia voluta da Netanyahu. Qual è il clima?
«Il dibattito in Israele è serio e importante, perché riguarda l'equilibrio fra le diverse istituzioni democratiche. Vediamo forti manifestazioni, con centinaia di migliaia di persone nelle strade, pro e contro la riforma: ormai sono venti settimane, ma senza episodi di violenza, il che dimostra la forza della democrazia israeliana. Comunque il Governo ha sospeso l'iter della legge per concedere tempo al dialogo, sotto l'egida del presidente Isaac Herzog, fra la maggioranza e l'opposizione. Naturalmente la mia speranza è che si arrivi a un livello più alto di intesa tra i partiti, in modo che la riforma sia più condivisa di quella che era stata proposta all'inizio».


Ultima domanda: le è piaciuto il padiglione israeliano della Biennale, dedicato al passaggio dall'analogico al digitale?
«Molto. Ho trovato davvero interessante la riflessione sugli aspetti architettonici della transizione nella comunicazione, come ad esempio i luoghi in cui stoccare i dati: strutture inaccessibili dall'esterno, che devono relazionarsi con gli altri edifici. Per noi la partecipazione alla Biennale è una fantastica opportunità per presentare le tecnologie, le idee e la cultura israeliane alla società di Venezia e dell'Italia, ma anche alla comunità internazionale».

Ultimo aggiornamento: 09:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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