L'università di Udine scopre in Kurdistan un lago di 20mila anni fa

Venerdì 25 Novembre 2016 di Paola Treppo
Rilievi assiri
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UDINE - I resti di un lago di 20mila anni fa, quindi del tardo Pleistocene e primo Olocene, poi prosciugatosi, sono stati scoperti nel Kurdistan iracheno, nella regione di Dohuk, dagli archeologi dell’Università di Udine. Il ritrovamento è avvenuto durante la campagna di ricerca del “Progetto archeologico regionale Terra di Ninive” nell’ambito della Missione archeologica italiana in Assiria, partita nel 2012 e diretta da Daniele Morandi Bonacossi. Nell’ultima campagna nelle terre dell’antico impero Assiro, durata due mesi e mezzo, sono stati individuati più 150 nuovi siti archeologici che vanno dai primi insediamenti preistorici, datati oltre mezzo milione di anni fa, ai più recenti villaggi ottomani, fino al 1900 dopo Cristo. La missione ha anche trovato 3 nuove miniere per l’estrazione della selce, centinaia di strumenti di epoca protostorica e decine di grotte, ripari e aree frequentate dalle popolazioni preistoriche della regione. Sono stati aperti, poi, due nuovi sondaggi di scavo per studiare il monumentale sistema di canalizzazioni del periodo neo assiro (VIII-VII avanti Cristo. Gli studiosi dell’Ateneo friulano hanno poi raccolto nuovi indizi utili a localizzare nella piana antistante il sito archeologico di Tell Gomel, l’area dove si combatté la celebre battaglia di Gaugamela nel 331 avanti Cristo, tra Alessandro Magno e il re persiano Dario III. Infine, il team udinese ha restaurato due importanti rilievi rupestri di epoca neo assira, vandalizzati da numerosi e invasivi graffiti.
 
Da cinque anni la spedizione udinese passa a setaccio una vasta regione di circa 3mila chilometri quadrati. Quest’area è stata concessa nel 2012 in licenza all’Università di Udine dalle autorità regionali del Kurdistan iracheno e da quelle centrali di Baghdad e rappresenta una delle più ampie concessioni mai rilasciate a una missione straniera in Iraq. 
 
Le scoperte del periodo preistorico
Grazie alle indagini nella regione settentrionale dell’antica Mesopotamia è stata ritrovata una spessa sequenza di sedimenti appartenente a un lago esistito durante il tardo Quaternario, a partire da 20mila anni fa, e prosciugatosi in epoche più recenti. Per Andrea Zerboni, geoarcheologo dell’Università di Milano che collabora con la missione udinese, il campionamento della sequenza lacustre e lo studio di questi sedimenti e degli antichi pollini contenuti permetteranno di ottenere dati sull’ambiente e sul clima antichi. Durante le ricerche sono state anche identificate grotte, ripari e aree di frequentazione delle antiche popolazioni preistoriche. Centinaia di strumenti in selce e ossidiana, lame, raschiatoi e semplici schegge di lavorazione sono stati rinvenuti nei nuovi siti preistorici individuati dai ricercatori, a dimostrazione della fondamentale importanza della regione di Dohuk per la conoscenza della preistoria della Mesopotamia settentrionale. Inoltre, le 3 nuove miniere di selce scoperte vanno ad aggiungersi a quelle già precedentemente identificate dal progetto udinese. Le ricerche degli archeologi dell’Ateneo friulano, coadiuvati dagli specialisti delle università di Milano e di Roma “La Sapienza” per la ricostruzione del paesaggio preistorico e naturale, si sono concentrate sull’occupazione della regione durante il periodo compreso tra 1,8 milioni e 6-5 mila anni fa. 
 
I nuovi siti
Sono oltre 150 i nuovi siti archeologici identificati quest’anno. Complessivamente, in 5 anni di ricerche, i siti individuati nella regione sono 982. Si tratta non solo di antiche città, ma anche di piccoli villaggi rurali, grotte e ripari, necropoli, mulini, pozzi, cave, fornaci, recinti per animali, canali e antichi percorsi stradali. Prima dell’inizio del progetto la regione di Dohuk era quasi completamente inesplorata ed erano censiti solo una dozzina di siti archeologici. 
 
Gli antichi canali assiri
La campagna 2016 si caratterizza anche per lo scavo di due sondaggi archeologici lungo il complesso e monumentale sistema di canali costruito a cavallo fra VIII e VII secolo avanti Cristo, che si estende per quasi 250 chilometri. Sono stati raccolti dati sulle tecniche di costruzione, sulla portata e sulla manutenzione di questi canali; è stato individuato e portato parzialmente alla luce un antico percorso stradale costruito probabilmente in età persiana, quando l’antico acquedotto assiro di Jerwan, lungo il percorso di uno dei canali, fu abbandonato come conseguenza del collasso dell’impero assiro nel 612 avanti Cristo. Nei secoli successivi l’acquedotto fu trasformato in un ponte su un corso d’acqua da cui partiva un’importante via di comunicazione. 
 
Alla ricerca della storica battaglia di Gaugamela
Le indagini degli archeologi udinesi hanno confermato che la storica battaglia di Gaugamela vinta da Alessandro Magno contro il re persiano Dario III si svolse probabilmente nella piana di Navkur, al cui centro si trova il sito archeologico di Tell Gomel. Grazie a una precisa ricognizione delle fonti testuali unita a una esplorazione topografica sul campo è stato accertato che la zona ha le caratteristiche geografiche e topografiche presenti nelle antiche descrizioni della piana di Gaugamela. Grazie a questo studio dettagliato del team dell’Ateneo friulano, di cui fa parte anche lo storico polacco Michał Marciak dell’Università di Rzeszów, è stato possibile identificare anche la possibile posizione degli accampamenti dell’esercito persiano e di quello macedone. La vittoria a Gaugamela permise ad Alessandro di aprirsi la strada per la conquista di Babilonia, Susa, Persepoli ed Ecbatana, capitali dell’impero della dinastia achemenide. 

Ultimo aggiornamento: 26 Novembre, 13:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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