In rete o al mercatino ritorna
in Friuli l'economia del baratto

UDINE - C’è chi ha scambiato un forcone per un taglio di capelli e chi ha barattato la borsa del battesimo di suo figlio con un paio di stilosissime ballerine. Agli "swap party" in salsa friulana succede anche questo. Complice la crisi e una ritrovata esigenza di "sobrietà" nei consumi, anche in provincia di Udine il ritorno al baratto a chilometri zero è un fenomeno con centinaia di adepti. Basta cliccare in rete per farsi un’idea: su Facebook il gruppo "Te lo regalo se vieni a prenderlo Friuli Venezia Giulia", per esempio, ha oltre 13mila membri. Ma anche siti più "casalinghi", come Udine barat(t)a, il «piccolo laboratorio sperimentale» creato dal friulano Luca Tosolini di Premariacco ha sfondato quota 1.400. E i gruppi nostrani ancor più ristretti viaggiano oltre i 200 contatti. Ma è agli "swap" (le giornate dedicate al baratto) che si comprende il peso di questo movimento di persone. Ad abbracciare con entusiasmo questo «modo di fare shopping abbattendo i costi, ma senza rinunciare allo stile», è Francesca Lionetti, 34 anni, che lavora in una radio e che, «per passione», nel tempo libero organizza questi insoliti eventi. Ormai, il ritmo è di un appuntamento al mese, con una media di 30-50 partecipanti. Ma la scommessa ancora da vincere resta Udine. «Abbiamo cercato - spiega Lionetti - con l’assessore Venanzi di trovare dei posti a Udine dove poter fare degli swap party, ma non tutti gli spazi comunali possono essere utilizzati per questo. Ho proposto di farlo all’ex Mercato del pesce, ma pare che ci siano un sacco di vincoli. Così non si è combinato. Comunque, al Cormôr in estate ci sarà una sezione perenne dedicata al baratto.



Tutti i particolari sul Gazzettino in edicola il 16 febbraio