Comprati a rate dai frati del 1300, i corali svelano solo ora i loro segreti

Mercoledì 31 Maggio 2017 di Paola Treppo
Una miniatura dei corali del Museo del Tesoro del Duomo di Gemona del Friuli

GEMONA DEL FRIULI (Udine) - Mai studiati prima, sette splendidi corali della seconda metà del 1200 custoditi nel Museo del Tesoro del Duomo di Gemona, sono oggetto solo adesso di una approfondita indagine, la prima, da parte di una esperta in musicologia che ha raggiunto la cittadina friulana per fare luce sulla loro storia e sui loro misteri.
 

 

«Si tratta di cinque antifonari e di due graduali che la Libera Comunità Gemonese acquistò, al tempo, nel 1300, uno alla volta, pagandoli a rate, in forma dilazionata, dai frati della Basilica di Sant'Antonio di Padova - spiega il responsabile del museo, Mauro Vale, che è anche uno storico di Gemona -. Allora i frati li avevano messi in vendita come codici liturgici "di seconda mano" poiché erano stati realizzati, nel frattempo, nel loro laboratorio, altri nuovi corali che li avevano rimpiazzati, sulla moda delle pitture della Cappella degli Scrovegni». Sono corali che riportano la musica utilizzata in chiesa, nei vesperi, nelle messe e nelle cerimonie religiose cantate.

Quelli comprati dai gemonesi dai religiosi padovani erano stati decorati comunque già alla moda di Giotto: le miniature sono eccezionali, come ha osservato la studiosa, e anche i canti gregoriani dei corali sono di fatto inediti, mai studiati prima. Le loro condizioni di conservazione sono ottime, così come sono in perfetto stato le altre opere del museo​ (nelle foto). Tra loro spicca una Madonna con Bambino della scuola del Botticelli decisamente poco nota.
Adesso, grazie al progetto Borse Lavoro Giovani, il museo sarà aperto più spesso dando la possibilità ai turisti di accedere alle sale non solo la domenica ma anche negli altri giorni della settimana. Info gemona@diocesiudine.it.

Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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