Si schianta contro il muro e scappa barcollando: era evaso con l'autocarro

Domenica 8 Ottobre 2017 di Paola Treppo
Si schianta contro il muro e scappa barcollando: era evaso con l'autocarro
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UDINE - È da poco passata la mezzanotte, quando, a Udine, viene visto sfrecciare un autocarro a velocità sostenuta che "brucia" il semaforo rosso tra via Montello e viale Tricesimo, invade la corsia opposta e con una repentina sterzata si riporta per un attimo nel corretto senso di marcia; ma la velocità è così sostenuta che il mezzo sbanda di nuovo e finisce la sua corsa sfondando un muretto e arrestandosi prima di impattare contro una vetrina di un negozio.

I testimoni presenti sul posto si preoccupano di sincerarsi sulle condizioni del guidatore che, con il loro stupore, apre la portiera, scende, si mantiene a stento in piedi. Tutti pensano che sia per lo shock subito. Lo guardano in viso e notano che ha gli occhi lucidi e che ha un precario equilibrio. Tutto potrebbe essere causato dalla bottiglia di vino, vuota, che è ancora lì presente sul sedile.

Non fanno in tempo a controllare che non ci sia qualcun altro bloccato all'interno dell'abitacolo dell'autocarro e a chiamare i soccorsi che il misterioso individuo si dilegua nell'oscurità.

Arrivano sul posto gli agenti delle volanti della questura di Udine che, mentre sono impegnati a raccogliere le versioni dei testimoni, vengono raggiunti da un ragazzo maghrebino. Quest'ultimo, con la massima naturalezza, dice di essere lì perchè il suo datore di lavoro gli ha chiesto di recuperare il suo autocarro.

I poliziotti riconoscono il giovane, ma sanno soprattutto per chi lavora. Con puntiglio gli chiedono di mostrargli il cellulare e capiscono che il ragazzo non sta mentendo e che effettivamente era stato mandato per sistemare la situazione.

Gli agenti non perdono tempo e si fiondano in quella casa che conoscono benissimo. Infatti, è abitata da un marocchino E.B.M. di 28 anni, che è sottoposto agli arresti domiciliari perchè arrestato per spaccio di droga.

Allo squillo del campanello, apre immediatamente perchè sa che deve farsi trovare ai controlli della polizia. I suoi occhi sono ancora lucidi e l'alito emana ancora il "profumo" del vino.

Dalla verifica sul suo cellulare emerge chiaramente che ha chiamato l'altro ragazzo maghrebino. Viene portato sul luogo dell'incidente e i testimon, meravigliati, vedono spuntare nuovamente il misterioso guidatore dell'autocarro. Stavolta è comadamente seduto all'interno della pantera, attende di essere accompagnato in carcere per il reato di evasione e gli viene, anche contestata la guida in stato di ebbrezza, perchè si rifiuta di sottoporsi all'etilometro.
Ultimo aggiornamento: 14:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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