L'omicidio di Rosetta: i sub cercano ​in fiumi e canali l'arma del delitto

Martedì 30 Gennaio 2018 di Paola Treppo
L'omicidio di Rosetta: i sub cercano in fiumi e canali l'arma del delitto
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UDINE - Non ha ancora un volto l'assassino di Rosetta Quaiattini, la donna di 72 anni di Udine cui è stata tagliata la gola e il cui corpo, poi, è stato quasi completamente bruciato, nella cucina della sua casa di via Emilia. Oggi, martedì 30 gennaio, sarà eseguita l'autopsia; l'esame potrebbe dare indicazioni preziose sulle circostanze della sua morte. Intanto, sempre nella giornata di oggi, i corsi d'acqua che scorrono nella zona di Beivars, nella periferia della città dove abitava l'anziana, saranno scandagliati dai sub. Si cerca, infatti, l'arma del delitto: una lama, probabilmente quella di un coltello. Ma potrebbe trattarsi anche di un altro tipo di strumento tagliente. 

​Si cerca l'arma del delitto 
Già ieri, insieme ai volontari della Protezione civile, i carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Udine, coordinati dalla Procura, hanno battuto una parte della zona di campagna che si staglia vicino alla casa della 72enne. Non è stato trovato nulla e le ricerche di eventuali tracce lasciate dall'assassino sono state sospese a causa della nebbia. Oggi i sub si immergeranno nelle acque del torrente Torre e della roggia in cerca dell'arma del delitto. L'omicida, nella fretta, potrebbe essersene disfatto poco lanciandola nel Torre o in un canale. 

Relazioni sociali quasi nulle
​L'indagine non è semplice perché Rosetta era una donna solitaria, che viveva in modo molto appartato, con relazioni sociali quasi nulle. I rapporti con il vicinato con erano particolarmente buoni, per problematiche di confini e per altre questioni sempre di proprietà. Nulla di grave, in realtà, anche se in alcuni casi le beghe erano sfociate in denunce e segnalazioni, mai finite in tribunale. 

L'assassino ha rubato qualcosa?
Gli inquirenti stanno cercando di capire se il disordine trovato in alcune stanze della casa della donna, a esclusione della cucina dove è stata trovata morta che era in ordine, siano legate, e quanto, a un suo stile di vita "bizzarro" o all'azione di una terza persona: è possibile, ad esempio, che l'assassino abbia frugato negli armadi - uno è stato trovato sotto sopra - in cerca di qualcosa? Magari di un libretto di risparmio o di preziosi o denaro in contanti? Rosetta non apriva la porta ad alcuno. Era guardinga, sospettosa. Si sentiva perseguitata. Ma da chi? Perché si era rivolta a un centro antiviolenza? 

Molti i punti oscuri
​Molti i punti oscuri: il sistema di sorveglianza privato della casa non era attivo al momento del delitto. Il monitor cui era collegato è stato trovato spento. Anche la cornetta del telefono fisso era staccata. Ma pare fosse lei stessa a farlo, regolarmente, perché sembra avesse paura di essere intercettata da qualcuno. La 72enne aveva anche un telefono cellulare che però usava poco e spegneva subito dopo la chiamata. Chi è entrato nella sua casa, la notte dell'omicidio, conosceva quasi sicuramente le sue abitudini. Forse è stata lei stessa ad aprire. 

La Procura fa un appello
La Procura fa un appello a tutti coloro che sono passati in quella via nelle ore dell'omicidio: se qualcuno ha fatto fotografie o dei filmati, con il cellulare, non deve cancellarli ma consegnarli agli inquirenti. Chi ha visto qualcosa lo dica, anche se si tratta di particolari all'apparezza insignificanti. Molte persone sono state già ascoltate dai carabinieri. Emerge il quadro di una donna complessa, dalla vita per certi versi misteriosa.

Nessun amico. Nessun rapporto con i parenti: aveva interrotto le relazioni da anni anche con l'unico fratello, un uomo che vive a Udine. 

Ultimo aggiornamento: 11:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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