Dopo 20 anni riapre nell'ex macello il museo friulano di storia naturale

Sabato 18 Febbraio 2017 di Paola Treppo
Una teca del nuovo Museo friulano di storia naturale

UDINE - Il museo friulano di storia naturale ha finalmente una nuova casa. Con l'inaugurazione della biblioteca, della sezione didattica e di un padiglione espositivo, avvenuta oggi, sabato 18 febbraio, nei rinnovati locali dell'ex macello, al 32 di via Sabbadini, l'amministrazione comunale ha presentato ufficialmente alla città i primi risultati dell'intervento. Un recupero della sede che in futuro ospiterà tutte le  collezioni del Museo, un patrimonio che vanta oltre un milione di reperti.
 
Tra le tante autorità che hanno partecipato alla cerimonia inaugurale c'erano il sindaco di Udine, Furio Honsell, la governatrice della Regione, Debora Serracchiani, l'assessore alla cultura, Federico Pirone, l'assessore ai Lavori pubblici, Pierenrico Scalettaris, e alcuni rappresentanti del Comitato Amici del museo. «Finalmente, il museo può aprire alla città le sue prime aree - dice il sindaco - terminando così il suo periodo di nomadismo che durava ormai da oltre 20 anni. L'inaugurazione di questi nuovi spazi è importante perché come amministrazione sentiamo il dovere di promuovere con ogni mezzo un nuovo alfabetismo biologico. E un museo, per la sua sola esistenza, è un monumento affascinante a una caratteristica, come ci ha insegnato Darwin, indispensabile della vita, che invece è troppo spesso sottovalutata: la biodiversità».
 
Primo lotto per 3,8 milioni di euro
Con questo primo lotto, costato circa 3,8 milioni di euro e coperto grazie a 1,6 milioni di fondi comunali e da un finanziamento regionale di 2,2 milioni, la città potrà quindi iniziare a usufruire dei primi ambienti della nuova sede del museo: una biblioteca a scaffale aperto, che raccoglierà pubblicazioni di carattere scientifico e storico inerenti alla storia friulana, ma anche un piccolo luogo di ristoro. Altre tre stanze sono invece dedicate alla didattica, con aree pensate per ospitare le scuole nelle attività di laboratorio e gioco-studio. In un apposito padiglione, infine, i visitatori hanno potuto avere un ''assaggio'' delle collezioni che, una volta conclusi i lavori, troveranno posto nel museo.
 
Più di un milione di reperti 
«La gara per il secondo lotto - ha detto dell'assessore ai lavori pubblici, Pierenrico Scalettaris - è in pieno svolgimento ed entro il mese di febbraio avremo il nome dei professionisti che si saranno aggiudicati l'incarico per la progettazione. Una volta redatto il progetto procederemo con la gara per i lavori che contiamo possano partire entro fine 2017. Inoltre, con la parallela riqualificazione della zona tra l'ex frigo e piazzale Cella, dove oggi sorge un parcheggio non regolamentato, riusciremo finalmente a dare un volto nuovo a una zona della città in forte espansione».

Per il secondo lotto è previsto un investimento complessivo di 4,5 milioni di euro interamente finanziato dalla Regione; il museo si sviluppa su una superficie di 1.800 mq destinati a sale espositive permanenti e temporanee, 650 dedicati alle attività ludico-didattiche e science center e 10.000 di parco. Custodirà  54.000 titoli nella biblioteca specializzata, 98.000 reperti fossili, 13.000 minerali e rocce, 245.000 reperti paletnologici, 600.000 reperti zoologici e 158.000 reperti botanici.
 
La testa dell'elefante ucciso da Italo Balbo
Tra questi, numerosi sono i "tesori" custoditi, un vero scrigno di biodiversità: dai reperti zoologici di valore storico, come la testa dell'elefante ucciso da Italo Balbo, ai numerosi "tipi", ovvero gli esemplari sulla base dei quali vengono istituite specie o altri taxa nuovi. Tra le ''perle'' paleontologiche ecco i rettili del Triassico superiore di Preone, le flore del Carbonifero o le ammoniti del Ladinico.

Il museo ospiterà poi importanti reperti preistorici come le statuine del Neolitico di Sammardenchia o la sepoltura di Piancada, nonché botanici come i quali l'Erbario Gortani e persino un Erbario pre-Linneano.

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