Regeni, il Senato blocca le forniture F16 per l'Egitto. L'ira del Cairo

Giovedì 30 Giugno 2016
Regeni, il Senato blocca le forniture F16 per l'Egitto. L'ira del Cairo
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«L'Egitto è insoddisfatto per la decisione del Senato italiano che ha bloccato la fornitura di pezzi di ricambio dei caccia sullo sfondo dell'omicidio Regeni», afferma il ministero degli esteri del Cairo. «Ciò non è in linea con la cooperazione tra le autorità dei due Paesi che stanno indagando su Regeni, né con la relazione speciale fra i nostri Paesi. L'ambasciatore d'Egitto a Roma è stato incaricato a dare un messaggio importante all'Italia». 

«Seguiamo da vicino gli sviluppi della vicenda per prendere la decisione adeguata che riguarderà
la gestione dei rapporti tra i nostri Paesi», conclude la nota del ministero degli Esteri del Cairo, precisando che all'Egitto sta molto a cuore «la stabilità delle relazioni nell'interesse dei due paesi». 

Quasi 5 mesi dopo l'uccisione di Regeni ieri è arrivata la prima mossa parlamentare dell'Italia nei confronti dell'Egitto: è un emendamento al ddl di conversione in legge del decreto di proroga delle missioni internazionali approvato dal Senato dopo un'animatissima discussione in Aula e attraverso il quale la maggioranza prova a dare un primo segnale di pressione al governo del Cairo sulla vicenda. 

L'emendamento, in merito al quale il governo si rimette all'Aula, è uno degli ultimi ad essere approvati a Palazzo Madama prima del via libera definitivo al ddl di conversione (158 voti favorevoli, 30 contrari e 12 astenuti) che ora sarà esaminato alla Camera. L'emendamento, presentato dalle commissioni riunite Esteri e Difesa e che assorbe una proposta di modifica di Sinistra Italiana, prevede lo stop dell'invio gratuito di pezzi di ricambio degli aerei di combattimento F-16 al governo di Al-Sisi. «Non è un atto ostile» ma «il nostro Paese ha titolo e diritto a continuare a tenere sotto pressione l'opinione pubblica e anche l'Egitto», spiega in Aula il Dem Gian Carlo Sangalli, relatore del ddl di conversione del dl missioni assieme al collega Vito Vattuone.

Ma in Aula la polemica è feroce. «Stiamo scrivendo una delle peggiori pagine della storia di quest'Aula», attacca il
capogruppo FI Paolo Romani laddove Carlo Giovanardi parla di «governo vile e grottesco». Alla fine, però, la proposta di modifica - dalla formulazione piuttosto criptica - viene approvata con 159 voti favorevoli.

L'emendamento Regeni non è il solo a segnare la giornata infuocata del Senato. In mattinata, infatti, il governo ritira un emendamento che prevedeva l'invio di 4 autovetture dotate di sistemi per il monitoraggio delle reti di telefonia mobile e di sedici strumenti musicali alla Somalia. Proposta, questa, sulla quale è durissima la protesta delle opposizioni, con il M5S che accusa il governo di mascherare dietro l'invio di tromboni e clarinetti «sistemi di armamento a un Paese in guerra che utilizza minori in combattimento».

Per il resto il decreto, per uno stanziamento totale che supera gli 1,2 miliardi, conferma di fatto gli impegni internazionali dell'Italia, da quelli in un Mediterraneo segnato dalla crisi dei migranti a quelli in un Medio Oriente tempestato dalla presenza dell'Isis. Nel provvedimento, ad esempio, si prevede un finanziamento di oltre 250 milioni per le attività della Coalizione anti-Daesh in Iraq (e che vedrà impegnato un contingente italiano a protezione della diga di Mosul) mentre supera i 70 milioni lo stanziamento per la missione Ue nel Mediterraneo Eunavfor Med in merito alla quale, nel testo, si prevede anche un'attività di addestramento della guardia costiera libica.

Da segnalare, infine, l'ok alla cessione gratuita di armamenti leggeri ai peshmerga curdi, «quelli che sul terreno stanno combattendo un'importante battaglia contro il terrorismo», spiega Vattuone illustrando un provvedimento che, tuttavia, segna soprattutto una nuova tappa nel "braccio di ferro" con l'Egitto sul caso Regeni, dopo il richiamo dell'ambasciatore italiano al Cairo.


 

Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 13:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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