Regeni, i magistrati egiziani: «Sul corpo fratture e ustioni»

Martedì 15 Marzo 2016
Regeni, i magistrati egiziani: «Sul corpo fratture e ustioni»
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Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano scomparso il 25 gennaio e ritrovato senza vita lo scorso 3 febbraio sul ciglio di una strada che collega il Cairo con Alessandria, trascorse il pomeriggio del 24 gennaio in casa.

Stando ai dati in possesso degli inquirenti italiani, Regeni sarebbe rimasto davanti al suo pc, accedendo più volte a Google, Facebook, Skype e ad altri social network utilizzati dal ventottenne per tenersi in contatto con amici e parenti. In base a tali riscontri, dunque, sarebbe da escludere che, 24 ore prima di sparire, Regeni fosse stato coinvolto in un diverbio violento con un altro straniero, così come riportato da alcuni media egiziani.

Intanto anche dall'autopsia svolta nelle scorse settimane in Egitto emerge la presenza sul cadavere di Giulio Regeni di «fratture, abrasioni, ustioni e lividi in più parti del corpo». Lo ha riferito ieri la procura generale della Repubblica d'Araba d'Egitto al procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone e al pm Sergio Colaiocco, nel corso dell'incontro durato circa due ore e mezza. Secondo l'esame autoptico svolto al Cairo le ferite sono state «provocate da corpi solidi e in alcuni casi strumenti ruvidi».
Durante l'incontro, ampio spazio è stato riservato ai risultati delle autopsie alla luce del fatto che gli inquirenti italiani hanno, a loro volta, illustrato le conclusioni cui è giunto il medico legale Vittorio Fineschi, nominato dalla procura. Secondo il consulente, sul corpo del ricercatore italiano sono state evidenziate ulteriori fratture grazie alla Tac e agli esami radiologici effettuati presso l'istituto di medicina legale della Sapienza a Roma. Le autorità giudiziarie egiziane hanno chiesto tempo ma anche garantito a Pignatone e Colaiocco che non verrà tralasciata alcuna pista investigativa, anche nel caso in cui l'inchiesta dovesse arrivare ad ambienti legati alle forze dell'ordine.

Si svolgerà a Roma, probabilmente prima di Pasqua, l'incontro tra la polizia italiana e quella egiziana al lavoro sul caso della morte di Giulio Regeni. È uno dei risultati a cui si è giunti ieri nell'incontro al Cairo tra il procuratore generale egiziano, Nabil Ahmed Sadek e il capo della procura di Roma Giuseppe Pignatone e il pm Sergio Colaiocco. In base a quanto si apprende, inoltre, al momento il team investigativo di Ros e Sco, inviato dalla Procura di Roma al Cairo oltre un mese fa, continuerà a restare nella capitale egiziana almeno fino a quando non sarà fissata la data dell'incontro a Roma.

Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 11:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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