Abiti per i poveri: traffico illecito da tre milioni di euro, indagato in Friuli

Martedì 28 Novembre 2017 di Paola Treppo
Abiti per i poveri, 12 indagati e 5 arresti per traffico illecito di rifiuti; uno anche in Friuli
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UDINE - C'è anche un uomo di Udine, che vive in un piccolo paese della provincia friulana, tra i 12 indagati a seguito dell'operazione eseguita questa mattina di martedì 28 novembre dai carabinieri di Milano che ha portato all'arresto di 5 persone e al sequestro di un impianto di trattamento dei rifiuti e una onlus. Secondo gli inquirenti, il gruppo gestiva illecitamente abiti usati destinati ai poveri con un ingiusto profitto di circa 3.000.000 di euro. Oltre 10.000 le tonnellate di rifiuti nelle loro mani.
 
Coordinati dalla Procura della Repubblica lombarda, i militari dell'Arma del Gruppo per la tutela dell’ambiente di Milano, hanno operato in Lombardia, Piemonte, Liguria, Campania e Friuli, in collaborazione coi Comandi provinciali dei carabinieri territorialmente competenti; hanno dato esecuzione a 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere, a 3 arresti domiciliari e a 6 misure cautelari dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Numerose le perquisizioni e il sequestro di beni a carico di appartenenti alla strutturata organizzazione criminale attiva nella raccolta di abiti usati destinati a persone meno abbienti, attraverso il paravento di un’associazione no profit ligure. Tra le persone raggiunte dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza anche un giovane che vive in provincia di Udine. All'operazione, in Friuli, hanno collaborato i carabinieri del Noe di Udine. 

In carcere, con l'accusa di traffico illecito di rifiuti sono finiti C.S., 56enne, amministratore unico di una società di Solaro, e G.G., 60enne presidente di una onlus di Savona; sono stati posti agli arresti domiciliari D.F., 53enne, S.D.P., 50enne, e B.C., 52enne, rispettivamente socia accomandante e dipendenti della azienda di trattamento rifiuti.

Altre 6 persone coinvolte nella raccolta porta a porta degli abiti usati sono state sottoposte alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza. Le condotte illecite hanno consentito agli indagati di realizzare un ingiusto profitto di circa 3.000.000 di euro. Gli abiti usati non venivano dati ai poveri ma rivenduti a tiolari di società operanti nel commercio di vestiti della Campania e della Tunisia. 
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