Nemmeno la ferrovia li ha fermati: l'osteria raggiunge i 120 anni

Lunedì 27 Marzo 2017 di Paola Treppo
Nemmeno la ferrovia li ha fermati: l'osteria raggiunge i 120 anni

TRICESIMO (Udine) - Il più giovane della famiglia, Tiziano, 22 anni, la quarta generazione dei Paulone, a San Pelagio di Tricesimo, dorme in una camera a tre metri dal binario della ferrovia. Quella che da Udine porta a Tarvisio. E il rumore dei convogli che passano nella notte non lo sente più. Non ci fanno caso neanche i clienti dell’osteria Alla Fermata, un locale che ha più 120 anni, fondato dal bisnonno di Tiziano, Albino, quando ancora i treni correvano lungo un unico binario.

Osteria e stalla 
Da allora a oggi tante cose sono cambiate, ma all’osteria “Alla Fermata”, immersa nel verde della periferia della cittadina di Tricesimo, si respira ancora l’aria di una volta. Dietro al locale, uno splendido edificio che i Paulone hanno mantenuto volutamente con tutti i suoi richiami al passato, c’è la stalla. Il latte delle mucche viene conferito nella piccola latteria di Molinis di Tarcento, che ormai resta aperta un giorno sì e un giorno no.

Vino e asparagi 
Le galline rallegrano l’aia e le donne di famiglia, in questi giorni di fine marzo, raccolgono i primi asparagi. Una primizia che saluta la primavera, presa d’assalto da chi, grazie al passaparola, sa dove andare a comprarli. Si passa l’osteria (nelle foto) e si arriva nell’azienda agricola che vende anche il suo vino, sfuso. Ecco allora, intorno all’ora dell’aperitivo, giungere giovani e meno giovani. Arrivati con i bottiglioni vuoti, se ne vanno verso casa col bianco e il rosso, non prima di aver bevuto un bicchiere con gli amici.

Tutto come una volta 
La sala dell’osteria, il bancone, l’ingresso e il giardino esterno sono rimasti quelli di un tempo. Nella vetrinetta ci sono le tazzine sopravvissute dei servizi “buoni” di ceramica e porcellana, le vecchie brocche da quartino. Gli infissi di porte e finestre sono verniciati di marrone o di bianco e le serrature si chiudono un po’ con difficoltà. Fuori c'è un pergolato, i tavolini, un cartellone con scritto mano e in grande “Vin brûlé e panini con la salsiccia”. Sì, perché all'osteria si può anche mangiare, ma su prenotazione. Mentre a uno dei tavoli vicino al bar ci sono tre clienti francesi, arrivati chissà come e chissà da dove, che si fanno capire bene: chiedono gli asparagi.

Dietro al banco Tiziano, 22 anni
Li serve Tiziano, l’erede di questa famiglia che porta avanti la tradizione dell’osteria da 120 anni. Dopo essere stata fondata dal bisnonno Albino, è passata nelle mani di suo figlio Pietro e poi in quelle della figlia Teresa, che è la mamma del giovane Tiziano. «La casa è rimasta sempre la stessa - racconta il giovanissimo oste, dopo aver acceso la piccola stufa a legna vicino al banco, perché di sera è ancora un po’ fresco -, in parte è stata abbattuta negli anni Ottanta del secolo scorso per far posto al raddoppio della ferrovia». La fermata dei treni c’è sempre, a una ventina di passi: è quella di San Pelagio, e porta a Udine o a Tarvisio. 

 

Ultimo aggiornamento: 28 Marzo, 10:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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