Palmira: in mostra l'antica memoria della mistica città carovaniera

Mercoledì 28 Giugno 2017 di Paola Treppo
Uno dei reperti in mostra

AQUILEIA (Udine) - Presentata a Roma la mostra “Volti di Palmira ad Aquileia” che apre il 2 luglio al Museo archeologico nazionale di Aquileia; è la prima mostra in Europa dedicata alla città dopo le distruzioni recentemente perpetrate. L’esposizione è curata di Marta Novello e Cristiano Tiussi ed è nata dalla collaborazione tra la Fondazione Aquileia e il Polo museale del Friuli Venezia Giulia-Man di Aquileia grazie ai prestiti concessi dal Terra Sancta Museum di Gerusalemme, dai Musei Vaticani, dai Musei Capitolini, dal Museo delle Civiltà-Collezioni di Arte Orientale “Giuseppe Tucci”, dal Museo di Scultura Antica “Giovanni Barracco”, dal Civico Museo Archeologico di Milano e da una collezione privata. La mostra chiude il 3 ottobre 2017. 

Raccoglie sedici pezzi originari di Palmira (nelle foto) alcuni dei quali riuniti per la prima volta dopo la loro dispersione nelle collezioni occidentali e otto da Aquileia che vogliono dimostrare, pur nella distanza geografica e stilistico-formale, il medesimo sostrato culturale che accomuna le due città, con l’utilizzo di modelli autorappresentativi e formule iconografiche affini.

Città carovaniera dai contorni mistici
Palmira sviluppò l’arte del commercio, vendendo ai romani quei beni di lusso che comprava dai persiani e che provenivano dalle lontane India e Arabia. Incenso, mirra, pepe, avorio, perle e stoffe che venivano scambiati per grano, vino, olio e garum. Gli scambi con il mondo diedero un carattere particolarissimo, aperto e cosmopolita a quest’oasi aramaica, proprio come secoli dopo plasmarono il carattere di Venezia. Palmira era città carovaniera dai contorni mistici, definita nel corso delle varie epoche “città delle palme”, “sposa del deserto”, “Venezia delle sabbie”, la cui posizione, a confine tra Oriente e Occidente, ne ha segnato il destino.

Fra i materiali maggiormente significativi dell’arte palmirena, i rilievi funerari rivestono un ruolo di grande importanza nell’affermazione della fama mondiale della città. Grazie alla diffusione di questi originali reperti, gli antichi cittadini di Palmira, “con i loro volti, i loro abiti e i loro gioielli”, per usare le parole del famoso archeologo francese Paul Veyne, sono diventati ora “cittadini del mondo”.

La mostra vuole far conoscere al mondo contemporaneo gli antichi cittadini del mondo, indicandone mansioni e ruoli. Un esempio di questa forte individualità è la raffinata testa proveniente dai Musei Vaticani, in cui la mansione di sacerdote è riconoscibile dal copricapo tronco-conico, il modius, considerato proprio dei sacerdoti di Bel, o la testa che arriva dalla Custodia di Terra Santa ornata da una corona di foglie e bacche di alloro fissata da un medaglione.

Info www.fondazioneaquileia.it.

Ultimo aggiornamento: 29 Giugno, 08:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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