Omicidi con il tallio: Del Zotto
"lucida mente criminale",
no alla perizia psichiatrica

Sabato 16 Dicembre 2017 di Claudia Guasco
Omicidi con il tallio: Del Zotto "lucida mente criminale", no alla perizia psichiatrica
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MILANO «Una lucida mente criminale». Questo, secondo l’accusa, è il ritratto di Mattia Del Zotto, il ventisettenne di Nova Milanese in cella per aver ucciso con il tallio aggiunto all’acqua minerale, a una tisana e probabilmente ad alcuni cibi i nonni e una zia paterna e avvelenato i nonni materni, altri due zii e la badante. Per i magistrati il giovane è consapevole di ciò che ha fatto e non necessita di una perizia psichiatrica sulla capacità di stare a giudizio. Così la richiesta di accertamenti medici presentata dal difensore del giovane è stata respinta, con un provvedimento firmato dal gip del tribunale di Monza Federica Centonze.
PREMEDITAZIONE
Mattia Del Zotto è accusato di omicidio e tentato omicidio plurimi e premeditati e secondo il suo legale, l’avvocato Silvia Letterio, prima di qualsiasi altra iniziativa difensiva sarebbe stato necessario comprendere se «sia in grado di rendersi conto di quello che gli sta accadendo». Ha pianificato l’eliminazione dei suoi parenti considerati «impuri», ha acquistato prima dell’estate il tallio da aggiungere alle pietanze, gli investigatori dicono che se non fosse stato arrestato sarebbe andato fino in fondo con il suo spaventoso piano: sterminare l’intera famiglia. Delle sei confezioni di veleno da dieci grammi ciascuna comprate da una ditta di Padova ne aveva usata solo una, di materiale ne custodiva in abbondanza. La premeditazione con cui il ragazzo ha sterminato la famiglia è la dimostrazione, per gli investigatori, di quanto sia freddo e presente a se stesso. Si è procacciato il tallio pagandolo in contatti per non lasciare tracce, premurandosi di cancellare le mail con cui ha ordinato la sostanza, ha agito con consapevolezza. Per questo dalla procura di Monza era arrivato parere negativo alla perizia sulla capacità di stare a giudizio, a firma del pm Carlo Cinque titolare dell’inchiesta. Secondo gli inquirenti, infatti, il giovane mostra una «lucida mente criminale».
SILENZIO OSTINATO
Ora Mattia è in una cella al reparto psichiatrico dell’ospedale San Gerardo di Monza per essere sottoposto a una valutazione del suo stato mentale.
Una procedura ordinaria, spiegano dal carcere, seguita per tutti i detenuti al loro ingresso nella casa circondariale. Da quando è finito in manette Mattia Del Zotto non ha chiesto di nessuno, nemmeno dei suoi genitori. Unica volontà: «Vorrei dei libri sull’ebraismo», religione a cui ha detto di essersi convertito. Davanti al gip ha confessato di essersi occupato «personalmente» di contaminare gli alimenti che sapeva essere abitualmente consumati dai parenti. Lo ha fatto «sfruttando la vicinanza degli appartamenti», ha raccontato, il suo e quelli di nonni e zii. «Ho agito per punire gli impuri», ha ribadito, confermando ciò che aveva detto ai carabinieri che lo hanno arrestato. Poi si è chiuso in un ostinato silenzio.
Ultimo aggiornamento: 17 Dicembre, 16:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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