SAN CANZIAN D’ISONZO (Gorizia) - Pomeriggio movimentato quello di sabato 20 agosto alla stazione dei carabinieri di San Canzian d’Isonzo, che poi si è concluso con l’arresto di C.M., 39enne del posto, per resistenza a pubblico ufficiale e per introduzione in area militare.
In fortissimo stato di agitazione, il 39enne aveva seguito la fidanzata fino alla caserma che la sventurata aveva raggiunto per informare i carabinieri della persecuzione del compagno; non voleva sporgere denuncia ma comunque segnalare che l’aveva maltrattata. Quando la ragazza è entrata in caserma, il maresciallo di servizio, vedendola agitata e notando il giovane che la inseguiva, ha chiuso subito il cancello, per impedirgli di entrare, e ha chiuso anche la porta d’ingresso della struttura. Ma il 39enne, fuori di sé, non si è fermato: si è arrampicato sulla recinzione, scavalcandola, per poi battere con forza i pugni contro la porta e le finestre per attirare l’attenzione della fidanzata.
Il militare in servizio a quel punto chiede rinforzi alla centrale operativa, che immediatamente invia la pattuglia Radiomobile e chiama il comandante della stazione, il maresciallo capo Domenico Rancan, che si trova nel suo alloggio, in caserma. Racan riconosce il 39enne e tenta di calmarlo; si affacciava alla porta della caserma, ma C.M., ancora agitato, cerca di entrare, travolgendo il comandante di stazione, facendolo cadere; il maresciallo capo, pur a terra, riesce a bloccarlo e, aiutato dal vice, il maresciallo ordinario Concettini, lo immobilizzava e lo arresta. Il magistrato ha poi disposto gli arresti domiciliari, in attesa del processo per direttissima che si è tenuto ieri, lunedì 22 agosto: l’arresto è stato convalidato e il 39enne condannato a 4 mesi con il beneficio della sospensione condizionale della pena.
© RIPRODUZIONE RISERVATA In fortissimo stato di agitazione, il 39enne aveva seguito la fidanzata fino alla caserma che la sventurata aveva raggiunto per informare i carabinieri della persecuzione del compagno; non voleva sporgere denuncia ma comunque segnalare che l’aveva maltrattata. Quando la ragazza è entrata in caserma, il maresciallo di servizio, vedendola agitata e notando il giovane che la inseguiva, ha chiuso subito il cancello, per impedirgli di entrare, e ha chiuso anche la porta d’ingresso della struttura. Ma il 39enne, fuori di sé, non si è fermato: si è arrampicato sulla recinzione, scavalcandola, per poi battere con forza i pugni contro la porta e le finestre per attirare l’attenzione della fidanzata.
Il militare in servizio a quel punto chiede rinforzi alla centrale operativa, che immediatamente invia la pattuglia Radiomobile e chiama il comandante della stazione, il maresciallo capo Domenico Rancan, che si trova nel suo alloggio, in caserma. Racan riconosce il 39enne e tenta di calmarlo; si affacciava alla porta della caserma, ma C.M., ancora agitato, cerca di entrare, travolgendo il comandante di stazione, facendolo cadere; il maresciallo capo, pur a terra, riesce a bloccarlo e, aiutato dal vice, il maresciallo ordinario Concettini, lo immobilizzava e lo arresta. Il magistrato ha poi disposto gli arresti domiciliari, in attesa del processo per direttissima che si è tenuto ieri, lunedì 22 agosto: l’arresto è stato convalidato e il 39enne condannato a 4 mesi con il beneficio della sospensione condizionale della pena.