La banda che ruba il greggio: ecco come lo risucchia dagli oleodotti

Mercoledì 4 Ottobre 2017 di Paola Treppo
Ecco la valvola da cui i ladri risucchiano il combustibile dalla condotta interrata
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TRIESTE a UDINE - Allarme in Friuli Venezia Giulia per uno dei primi casi di furto di greggio con prelievo tramite valvola da una tubazione, furto che può risultare molto pericoloso in termini di sicurezza per tutti, non solo per chi gestisce la condotta dell'oleodotto transalpino. 

Il campanello d'allarme è l'abbassamento della pressione 
Nella serata di lunedì è scattato un allarme per una depressione che si è registrata sull'oleodotto Siot Trieste-Udine sul tratto affidato in concessione dalla Shell per dieci anni alla Q8 dallo scorso 2016. Il tratto interessato è quello compreso fra la località di Pietrarossa, nel territorio del comune di Ronchi dei Legionari, e il Sacrario di Redipuglia, nella municipalità contermine di Fogliano-Redipuglia.

Sul tracciato Q8
In corrispondenza del Sacrario è stato rinvenuto uno sversamento di gasolio sul manto stradale per cui è stato necessario far intervenire i vigili del fuoco del Comando di Gorizia per l'immediata bonifica della carreggiata, per scongiurare il pericolo di incidenti. Sul posto sono giunti anche i carabinieri di Ronchi dei Legionari, insieme a quelli della Compagnia di Monfalcone, comandata dal capitano Daniele Panighello, e i tecnici della ditta Q8, che è affidataria della condotta; nonostante una meticolosa ricerca sia nella notte che per tutta la mattinata di ieri, i tecnici non sono riusciti a trovare il punto esatto dalla “rottura” della condotta.

Difficile trovare subito il punto della perforazione 
Non si tratta di una “spaccatura” accidentale: sono stati i ladri a forare il condotto per rubare combustibile. Un primo colpo simile era stato messo a segno ad Aurisina, in provincia di Trieste, ma non era andato a buon fine: i malviventi se n’erano andati a mani vuote. Nella notte di ieri, invece, la banda, purtroppo, non ha fatto cilecca. Il gruppo di malviventi a preso di mira questa zona della regione da circa un mese e i carabinieri gli stanno già alle costole. 

Una banda di malviventi professionisti
Si tratta di una banda bene organizzata, di professionisti, quasi sicuramente stranieri. Il modus operandi è sempre quello: i ladri agiscono di notte dopo aver fatto numerosi sopralluoghi e aver studiato bene il tracciato delle condotte. Quando decidono di mettere a segno il colpo sono rapidi e precisi. Si piazzano in una zona lontana dagli abitati, per non essere notati, scavano un buco nella terra fino a che riescono a raggiungere la condotta, che si trova a circa due metri, due metri e mezzo dalla superficie.

Come fanno a risucchiare il combustibile? 
A quel punto non spaccano il tubo ma lo perforano abilmente. Vi inseriscono quindi una valvola, che viene saldata sul posto. Il passo successivo è il collegamento della valvola a una tubazione elastica, a sua volta collegata con una autocisterna, posteggiata a poca distanza dalla fossa. In questo modo riescono a risucchiare il carburante dalla condotta. Fatto il pieno, la bocchetta viene ritirata e la fossa ricoperta di terra.

Scatta l'alet in centrale 
Il sistema rileva un abbassamento di pressione e scatta un alert in centrale. È difficile però, per i tecnici della concessionaria, capire dove è stato fatto il furto, in che punto esatto, proprio perché il tracciato è molto lungo, quasi tutto interrato e la banda di ladri cerca di non lasciare alcuna traccia.

Rubati 17mila litri di combustibile 
Questa volta i malviventi sono riusciti a risucchiare tra i circa 17mila litri di carburante per un valore di 10mila euro. Lo si è scoperto solo nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 4 ottobre, e c’è massimo riserbo sulle indagini. Quel che è certo è che la banda è composta da più persone e che poi utilizza le principali arterie di scorrimento per allontanarsi senza dar nell’occhio. Gli inquirenti ritengono che il combustibile sottratto venga poi svenduto sul mercato nero, per finire, a volte senza la complicità dei gestori di distributori, nelle cisterne delle pompe a insegna bianca, o in Italia o più facilmente all’estero. Per il Friuli si tratta di un fenomeno del tutto nuovo. È più comune nel continente africano dove il modus operandi di questo tipo di bande specializzate è sostanzialmente lo stesso.


LA NOTA AZIENDALE
In merito alla notizia pubblicata da alcuni organi di informazione di un’avvenuta effrazione ai danni dell’oleodotto che collega i depositi di Muggia e Visco, di proprietà della KRI SpA, azienda facente parte del Gruppo Q8, la Società desidera precisare quanto segue:
-        a seguito della registrazione di una anomalia nel processo di controllo  la Società ha prontamente contattato le forze dell’ordine e insieme a queste hanno verificato l’avvenuta installazione di una valvola illegale lungo il tracciato della tubazione in un tratto interrato;
-        l’accaduto non ha causato né rotture dell’oleodotto né perdite di prodotto;
-        non ci sono stati impatti ambientali o danni a cose e persone.
-        allo stato attuale non è possibile accertare se sia avvenuto un furto e nel caso di quale entità;
-        sono in corso le attività di messa in sicurezza e ripristino dell’oleodotto.
La Società, nel ringraziare il solerte ed efficace intervento delle forze dell’ordine, registra tale nuovo evento criminoso con preoccupazione per un fenomeno che negli ultimi tempi ha subito un’accelerazione sensibile.
Ultimo aggiornamento: 18:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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