​In cerca della foiba: potrebbero
esserci fino a 800 corpi e armi

Giovedì 25 Febbraio 2016 di Paola Treppo
Un sopralluogo in una foiba di Nimis alcuni anni fa
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MANZANO (Udine) - Una prima ricognizione è stata eseguita ieri, giovedì 24 febbraio, dai carabinieri della Compagnia di Palmanova nel cuore del Collio, tra Corno di Rosazzo e Manzano, dove, secondo alcuni vecchi documenti emersi di recente, ci sarebbe una foiba, o meglio una fossa comune in cui nel 1945 sarebbero stati sepolti tra i 200 e gli 800 cadaveri, forse di vittime di rastrellamenti fatti in tutta la fascia del goriziano e del triestino. La conferma arriva dalla Procura di Udine che nei giorni scorsi ha avviato un’indagine preliminare sulla vicenda.
 
Il primo obiettivo degli inquirenti è l’individuazione del sito. Prima di un vero e proprio sopralluogo, che sarà svolto anche con l'aiuto di personale esperto e speleologi, si è dato corso a una ricognizione del territorio che probabilmente proseguirà anche nella giornata di oggi, per circoscrivere il più possibile l’area dei successivi accertamenti mirati. Allo stato il fascicolo aperto e seguito direttamente dal Procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo e dall’aggiunto Raffaele Tito non prevede né ipotesi di reato né tanto meno indagati. «C’è un’idea abbastanza precisa della localizzazione - spiega il presidente della Lega nazionale, Luca Urizio, che per primo ha sollevato il caso -. Ci sono anziani del posto che ricordano e parlano. C’è chi parla anche di armi nascoste all’interno.

Alcuni hanno chiamato me direttamente e io, a mia volta, ho riportato il tutto ai carabinieri». 

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