Regeni torturato e ucciso, la madre:
«Il suo corpo usato come lavagna»

Giovedì 8 Settembre 2016
Regeni torturato e ucciso, la madre: «Il suo corpo usato come lavagna»
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UDINE - Sul corpo di Giulio Regeni i segni di un martirio: le condizioni in cui i suoi carnefici l’hanno ridotto fanno dire alla madre Paola: «L'hanno usato come fosse una lavagna»  È ciò che in effetti fa intendere dall’autopsia svolta in Italia, che la Procura di Roma ha messo a disposizione dei Regeni e ha consegnato nell’aprile scorso ai magistrati egiziani. 

Intanto il caso  del ricercatore italiano trovato morto in Egitto il 3 febbraio scorso, sarà oggi e domani all'esame di un gruppo di magistrati italiani ed egiziani. L'incontro avverrà nella sede della Scuola di Polizia di via Guido Reni a Roma. Segni, forse lettere dell’alfabeto incise sul cadavere «usato come una lavagna», secondo l’amara espressione usata dalla signora Paola, madre di Giulio, con il legale della famiglia, l’avvocato Alessandra Ballerini.

Un vertice che si spera possa segnare la svolta nelle difficili indagini per la morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano trovato privo di vita nel febbraio scorso al Cairo: da otto mesi si cerca la verità sulla morte del giovane friulano trovato privo di vita sulla strada tra la capitale egiziana ed Alessandria,  sul corpo terribili segni di torture, a cominciare da numerosi tagli, evidenziati anche dall'autopsia effettuata in Italia e i cui risultati sono stati consegnati ai famigliari. 

Intanto dall'Inghilterra sono arrivati i documenti dall'Università di Cambridge su richiesta di pm romani e attesi da mesi. Al vertice partecipano, per l'Italia, il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, e il sostituto Sergio Colaiocco. Per gli egiziani sono presenti il procuratore generale, Nabil Ahmed Sadek, e il team di quattro magistrati che si occupano del caso. Le riunioni, per motivi organizzativi e di sicurezza, sono alla Scuola di polizia di via Guido Reni, nella struttura dove si tenne il precedente incontro tra autorità giudiziarie, avvenuto il 7 aprile scorso.

Ma le novità potrebbero arrivare dall'Inghilterra. Fonti giudiziarie affermano che nei giorni scorsi l'università di Cambridge, rispondendo ad una rogatoria, ha inviato ai pm di Roma una serie di documenti. Regeni si trovava al Cairo per svolgere una ricerca per conto dell'università inglese. Sono previste tre sessioni di lavoro, tra giovedì pomeriggio e venerdì. Obiettivo dei magistrati italiani è ripartire dall'ultimo incontro, terminato con un nulla di fatto, per arrivare a riscontri concreti su chi e come ha causato la morte di Giulio. I magistrati italiani attendo risposte dai collegi del Cairo e fondamentale sarà lo scambio di atti legato alle richieste arrivate tramite rogatoria a cominciare dai dati sulle celle telefoniche. Il tema era stato motivo di rottura nel precedente incontro, e anche nelle settimane successive alla riunione, dal Cairo si era sottolineata l'impossibilità, per motivi di sicurezza, di fornire i dati chiesti da Roma e ritenuti indispensabili alle indagini. Dal canto loro, i magistrati italiani consegneranno ai loro omologhi egiziani le ultime verifiche tecniche effettuate sul contenuto del pc di Giulio Regeni e alcune informazioni relative alle sue frequentazioni e ad aspetti della sua vita privata nel periodo compreso tra la fine del dicembre 2015 e il 4 gennaio 2016, quando il ragazzo fece rientro in Italia per le festività natalizie.

Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 07:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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