Moria di api per insetticida, 400 agricoltori finiscono sotto inchiesta

Mercoledì 6 Marzo 2019 di Giuseppe Pietrobelli
Moria di api per insetticida, 400 agricoltori finiscono sotto inchiesta
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UDINE - Più di quattrocento agricoltori sotto inchiesta e circa 250 fondi agricoli sotto sequestro. La Procura della Repubblica di Udine ha cominciato a notificare i decreti del gip che stanno mettendo a soqquadro l'agricoltura friulana, perchè costituiscono un atto d'accusa contro una devastazione ambientale causata dell'uso improprio di fitofarmaci. L'effetto, che ha consentito di scoprire una situazione generalizzata, è la moria delle api, sensibilissimo e drammatico indicatore delle alterazioni naturali. Un anno fa il pubblico ministero Viviana Del Tedesco aveva messo sotto accusa gli agricoltori per l'utilizzo di neonicotinoidi, sostanze che poi sono state messe all'indice anche dalla normativa europea. Proprio effettuando i sequestri di appezzamenti di terreno, il Corpo Forestale dello Stato aveva scoperto che gli agricoltori impiegavano un concentrato fluido molto potente. Si tratta del Mesurol 500 FS, composto dal principio attivo Methiocarb, prodotto da Bayer AG Crop Science. 
 
IL PROBLEMA
La sostanza non è illegale, ma è così tossica da richiedere avvertenze severe, per evitare che causi la morte di api e altre specie animali. Gli investigatori, coordinati dal pubblico ministero, hanno effettuato un autentico blitz, partendo dalle api morte. Durante i sequestri avevano verificato l'utilizzo del Mesurol e avevano trovato i sacchi che lo contengono. Ma avevano anche accertato, sulla base di testimonianze, che le avvertenze non erano rispettate. Qualche agricoltore ha ammesso che il mais conciato con la sostanza chimica non veniva seminato di notte, quando le api sono negli alveari. Inoltre, l'attrezzatura non era dotata di deflettori o di altri apparecchi per interrare le polveri risultanti dall'aspirazione pneumatica della seminatrice. Infine, il seme non veniva incorporato completamente nel terreno, per evitare l'avvelenamento di uccelli e mammiferi. Il risultato erano gli alveari senza api.
IL GIUDICE
Il gip ha fatto proprie le osservazioni del pm: «Si è osservato che la popolazione delle famiglie di api, nel periodo marzo-maggio, da circa 60 mila api/arnia, si era ridotta ad esigui nuclei di 10-20 mila api che, con grande difficoltà, riuscivano a malapena a produrre alimento sufficiente per il proprio mantenimento». Gli investigatori hanno effettuato prelievi negli alveari asportando api morte, favi e miele. E le analisi effettuate nei laboratori dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie che ha sede a Legnaro, alle porte di Padova, hanno riscontrato tracce significative di Mesurol. Ma non solo. Sono presenti altre sostanze, non valorizzate ai fini dell'inchiesta. Scrive il magistrato: «Nel rapporto di prova è indicata la presenza di ulteriori principi attivi, ossia Fluvalinate e Tefluthrin, insetticidi piretroidi a loro volta particolarmente tossici per le api e Pendimenthalin, erbicida». Ma se le sostanze non sono illecite, perchè scatta l'ipotesi di reato? Lo spiega il pm Del Tedesco nella richiesta inviata al gip: «Il contenuto autorizzativo, nell'ambito del quale l'utilizzo della sostanza può ritenersi lecita, è costituito da tutto ciò che la scheda tecnica contempla. Seminare in primavera, di giorno, quando le api bottinatrici sono in piena attività e usare seminatrici che non sono attrezzate per evitare la dispersione delle polveri significa andare oltre il limite autorizzato. Tutto ciò che non è autorizzato è abusivo. 
LE SEGNALAZIONI
Gli investigatori sono partiti da 11 alveari segnalati dagli apicultori nelle zone agricole di Moruzzo, Plasencis di Fagagna, Faugnacco di Martignacco, Nogaredo di Prato, San Odorico di Flaibano, San Marco di Basiliano, Lavia Ferrovia di Basiliano, Villanova di San Daniele del Friuli. Hanno calcolato, per le api che prelevano il nettare, un raggio di azione di tre chilometri. Prudenzialmente la distanza è stato dimezzata a un chilometro e mezzo. Tracciando dei cerchi sono state individuate undici aree dove la lavorazione del mais e la sua semina avrebbe influenzato mortalmente le attività delle api. Ne è venuto fuori un numero di oltre quattrocento persone, molte delle quali percepiscono anche i finanziamenti pubblici. Sono indagati di inquinamento ambientale. Oltre duecento fondi agricoli sono stati sequestrati da provvedimenti dei gip.
Giuseppe Pietrobelli
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