Esorcizzare la morte col Festival
mondiale della canzone funebre

Venerdì 28 Ottobre 2016 di Paola Treppo
Esorcizzare la morte col Festival mondiale della canzone funebre

RIVIGNANO TEOR (Udine) - Torna anche quest'anno, "puntale come la morte", il Festival mondiale della canzone funebre in Friuli, a Rivignano. Lo presentano, in seno a una delle fiere più antiche del Friuli Venezia Giulia, che prende avvio oggi, venerdì 28 ottobre, il Comune di Rivignano Teor in collaborazione con "Musicisti Tre Venezie". L'appuntamento è in piazza, a Rivignano, all'interno della Festa dei Santi, appunto, il 2 novembre, a partire dalle 20.45. Sul palco i presentatori Tiziana Cosmi e Claudio Moretti, per la regia e la direzione artistica di Enrico Tonazzi & Rocco Burtone. 

Partito alla chetichella pochi anni fa, il festival funebre ne ha fatta di strada: da manifestazione quasi goliardica e festaiola è oggi diventato una rassegna che cura la qualità degli ospiti e della musica, tanto che quest'anno, smesso l'abito alla marinara, come avesse raggiunto la maggiore età, presenterà musicisti di caratura nazionale. Eccoli: Franz Merkalli & Tellurica, Estacion Sur, Arno Barzan alle tastiere, Daniela del Mistro, soprano, Francesca Smiraglia per il canto; Michele Pucci, Paolo Forte, Giulio Venier, Viento Flamenco con le coreografie di LuciaTosto. Per la prima volta la danza al festival funebre. E poi Fabio Ulliana&Off Limits Band, e Nosisà. Come sempre il festival sarà presentato dall’effervescente Tiziana Cosmi accompagnata dal vulcanico e gioioso Claudio Moretti. La serata sarà dedicata all'associazione Luca Onlus che non ha fini di lucro e che persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale e svolge la propria attività nel territorio della regione Friuli Venezia Giulia nel campo delle malattie maligne dei bambini, tumori e leucemie. 

La Fiera dei Santi
Da secoli, a Rivignano, piccolo paese in provincia di Udine, a cavallo tra la fine del mese di ottobre e l'inizio di novembre, si svolge questa singolare fiera che trova il suo culmine il giorno dei morti: la Fiera dei Santi. La fiera rappresenta da sempre un appuntamento di fondamentale importanza nella vita della comunità già a partire dalle sue lontane origini, quando le anime dei morti apparivano ai vivi, quando Striis, streghe, in friulano, Orcui, cioè gli orchi, e Cjalcjùts, una sorta di folletti, erano continuamente presenti nei racconti che gli anziani facevano ai bambini per passare il tempo nelle lunghe serate invernali.

Il 2 novembre, giorno in cui ovunque si ricordano i morti, rappresenta l’origine della Fiera dei Santi di Rivignano, perchè qui, storicamente, alla tristezza e al silenzio si sostituisce una grande festa, con balli, musiche e un grande mercato che riempie le strade del paese. Una peculiarità a livello nazionale. Una volta chiusi i cancelli del mercato, alla sera, si aprivano quelli in legno del cosiddetto “brear”, ovvero il tavolato per il ballo sistemato nella piazza principale sul quale si svolgevano le danze per il ricordo dei defunti ma anche all'esorcismo della morte e alla celebrazione della vita. Il Festival mondiale della canzone funebre è l'evento musicale che scaturisce da questa tradizione e si propone appunto di stimolare un affettuoso pensiero dedicato a un amico che non c’è più,una tenera riflessione sul brivido dell’ignoto. Realizzato in collaborazione tra il Comune di Rivignano Teor e Rocco Burtone, da un'idea di Enrico Tonazzi e presentato da Tiziana Cosmi, ha come obiettivo il perpetuare con un tocco di modernità l’antica tradizione rivignanese.

La ricordava anche Ippolito Nievo
L'atmosfera della Fiera di Rivignano è stata ben colta in un celebre brano letterario del secolo scorso. Infatti, il 2 novembre del lontano 1856 Rivignano fu visitata da Ippolito Nievo, il quale, durante il suo soggiorno nel Castello di Fratta, su consiglio di amici, venne in paese per partecipare alla festa del giorno dei morti, così originale e famosa da essere già allora conosciuta in tutto il Friuli ed oltre. La visita si rivelò indimenticabile a tal punto che il poeta la ricordo in un capitolo del suo romanzo storico-autobiografico “Le confessioni d’un italiano”, tra l’altro ambientandolo nel Settecento e avendo cura di precisare che già allora era antichissima la sagra di Rivignano “ove si balla, si balla tanto da perdere i sentimenti e le scarpe”.

Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 10:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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