Famiglia friulana travolta dalla folla sulla Rambla: «Salvi per miracolo»

Sabato 19 Agosto 2017 di Paola Treppo
Famiglia friulana travolta dalla folla sulla Rambla: «Salvi per miracolo»
1
POZZUOLO DEL FRIULI (Udine) - «Abbiamo rischiato di finire lungo il percorso dell’attentatore: ci siamo salvati per 5, forse 10 minuti al massimo. E poi quelle ondate di folla, prima da una parte e poi dall’altra: noi nel mezzo, con mio figlio che è anche caduto per terra. È stato terribile ma per fortuna non ci siamo fatti male». È ancora molto scosso David Berlasso, 44 anni, friulano di Pozzuolo del Friuli, in ferie a Barcellona da Ferragosto con la moglie, anche lei friulana, Stefania Zamparo, 44 anni, e il loro figlio di 8 anni. «Scene allucinanti, tanta paura, il terrore negli occhi della gente».

La famiglia sta risalendo la Rambla e Stefania decide di entrare in un centro commerciale. Sarà quel negozio a salvar loro la vita. Mentre sono all’interno del punto vendita, infatti, passa il furgono dell’attentatore. Loro, dal centro commerciale, non sentono nulla. Ma poi escono e si trovano di fronte a una fiumana di gente che grida e corre. «Era come un muro, non si capiva cosa era successo - racconta David al telefono mentre attende di imbarcarsi, all’aeroporto, nel primo pomeriggio di ieri, venerdì 18 agosto, per tornare in Italia -; ci siamo messi a correre anche noi, per non essere travolti dalla folla. È stato tremendo: la gente ha letteralmente sfondato le vetrine dei piccoli negozi per entrare e mettersi al riparo. Chi era nei centri commerciali salvava sulle casse. Un incubo».

«In pochi istanti sono arrivate tutte le forze dell’ordine, gli elicotteri, in tempi veramente da record. E sempre in pochi istanti, mentre continuavamo a correre, è arrivata un’altra ondata di gente, dal senso opposto: migliaia di persone. È a quel punto che mio figlio è caduto per terra, ma non si è fatto nulla, per fortuna. Siamo riusciti a scappare prima che la polizia chiudesse la strada, che la zona venisse isolata. Abbiamo raggiunto il nostro albergo, in centro, ed è stata una notte terribile, in cui abbiamo sentito anche sparare dietro all’hotel, perché un’auto aveva forzato il posto di blocco delle forze dell’ordine». Al mattino, prima di partire in taxi alla volta dell’aeroporto, David raggiunge il luogo della tragedia, per deporre un fiore: «Non c’era nessuno. Un silenzio irreale. Non credo sceglierò mai più una grande città per le vacanze con la mia famiglia». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci