Udine. Faggi, la casa albergo verso la chiusura: «Costa mezzo milione senza avere introiti»

Mercoledì 17 Gennaio 2024 di Camilla De Mori
Faggi, la casa albergo verso la chiusura: «Costa mezzo milione senza avere introiti»

UDINE - «È probabile che possa esserci la chiusura dei Faggi, momentanea quantomeno». La certezza è arrivata ieri dalla bocca del presidente della Asp La Quiete Alberto Bertossi, alla commissione convocata, dopo il pressing della minoranza, su richiesta «irrituale» (così lei stessa l'ha definita) della consigliera dem Anna Paola Peratoner, che ha forzato la mano all'assessore del suo partito Stefano Gasparin.

Bertossi ha però precisato che ci sono delle valutazioni in corso ma che «al momento non è stato deciso niente. Ho sentito voci di vendita a privati o accordi con privati: non c'è proprio niente di questo». Come precisato da Bertossi, la chiusura dei Faggi ci sarà «solo se con coloro che al momento permangono (nove persone) troviamo una soluzione adeguata». Tenerla aperta, infatti, con i conti fatti da quest'anno, costerebbe «da almeno mezzo milione in su», con introiti praticamente azzerati, quindi costi in passivo. E «la manutenzione di questo immobile è molto carente. Non vorrei esagerare, ma dall'anno della sua inaugurazione è stata proprio minima. Ha bisogno di almeno due milioni per una ristrutturazione», ha detto Bertossi, che ha messo in fila i numeri della casa albergo. Un centro con 76 stanze e 123 posti, in cui, prima della verifica sanitaria sugli effettivamente autosufficienti (gli unici che potevano legittimamente starci) c'erano «49 persone», di cui «16 rimasti a seguito di quella a fine marzo», per arrivare ai 9 di oggi. «Per il pareggio di bilancio occorrerebbero almeno 65 persone che non c'erano neppure pre Covid».


L'ITER
Così «a luglio abbiamo deciso di fermare gli ingressi per valutare il da farsi». Bertossi ha anche ricostruito, su pungolo della minoranza (Francesca Laudicina della Lega e Giovanni Govetto di Fdi in prima fila), i Cda a cui fu presente Gasparin, a maggio, il 4 ottobre e il 12 dicembre. «L'assessore Gasparin, conoscendo il problema, ci illustrò la possibilità di verificare tramite la società Sinloc delle soluzioni che riguardavano non solo i Faggi ma anche il centro Micesio, una struttura di 6-7mila metri quadri che ospita alcune associazioni. I costi di gestione sono pagati dal Comune, che prevede per il 30 giugno lo stop alla locazione». Bertossi ha anche tenuto a precisare che su queste scelte gli aumenti delle rette della Quiete (altro argomento dibattuto) «nulla c'entrano». Quindi, Bertossi ha rammentato un incontro in Cda «richiestomi dall'assessore», in cui ci fu «la spendita di questa società. La richiesta fu di produrre da parte nostra tutta una serie di documenti. La Sinloc avrebbe fatto delle verifiche e suggerito delle soluzioni per quest'area del centro Micesio e dei Faggi».


IN CDA
Poi «a ottobre mi viene chiesto e io convoco un Cda alla presenza di Gasparin con l'imprenditore Roberto Pillosio di Immobiliare Nordest, che ha la volontà di lottizzare un'area» proprio nei pressi del compless. E dal Comune ha ottenuto l'autorizzazione a costruire. «Pillosio chiedeva da tempo - ha spiegato Bertossi - di poter usufruire di una parte dell'ingresso dei Faggi per fare dei parcheggi che avrebbe poi ceduto gratuitamente al Comune». Poi, «a dicembre la doccia fredda per noi. La Sinloc, presentatasi il 12 dicembre, dichiarò che mancavano delle carte e questo ci ha messo in difficoltà. Io credo ciecamente a Gasparin, che mi disse che le carte richieste erano quelle e quelle sono state date. La scelta della Sinloc è legittima ma può spiegare il motivo dei ritardi per cui il mio ente oggi si trova a prendere in mano la situazione e verificare le soluzioni per i residenti rimasti».

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