Caos Poste: un mese di sciopero per il lavoro straordinario, disservizi

Giovedì 20 Aprile 2017 di Paola Treppo
Caos Poste: un mese di sciopero per il lavoro straordinario, disservizi
FRIULI VENEZIA GIULIA - Dal 26 aprile un mese di sciopero del lavoro straordinario e delle prestazioni aggiuntive in Friuli Venezia Giulia per gli addetti delle Poste. Questa la risposta della Slc-Cgil alla riorganizzazione del servizio di riconsegna di raccomandate e pacchi “inesitati” decisa da Poste Italiane, che in Fvg è partita il 10 aprile.

Ad annunciarlo la coordinatrice regionale Slc-Cgil, Mirella Iacone, che punta il dito contro «L’ennesima scelta unilaterale attuata dall’azienda, causa di ulteriori, pesanti contraccolpi sulle condizioni di lavoro del personale e sulla qualità del servizio all’utenza, già messi a dura prova dalle carenze degli organici negli uffici postali e dalla consegna a giorni alterni».

«Questa prassi di portare avanti progetti senza verificarne la sostenibilità con i sindacati - aggiunge Iacone - finisce per scaricare tutti i problemi sui lavoratori: quanto è già avvenuto con il recapito a giorni alterni si sta ripetendo con il progetto “inesitate”, avviato senza dare risposte inerenti alle sue ricadute occupazionali, alla logistica e alla gestione degli spazi, e ponendo le condizioni per un nuovo peggioramento del servizio agli utenti, visto che le raccomandate sono disponibili con 24 ore di ritardo nelle aree dove il recapito è quotidiano e addirittura di 48 ore dove si opera con il recapito a giorni alterni. In tutti gli uffici postali monoturno, inoltre, non sarà possibile la consegna pomeridiana delle raccomandate, che era invece attuata nelle città da parte degli sportelli dedicati, soppressi dalla riorganizzazione».

Da qui la mobilitazione indetta dalla Cgil, separatamente rispetto alle iniziative di mobilitazione delle altre organizzazioni sindacali, «Che hanno mosso all’azienda obiezioni e richieste analoghe a quelle della Cgil». La Cgil chiede di rivedere scelte organizzative che giudica «fallimentari» e chiede interventi capaci di «Colmare i vuoti di organico negli uffici postali e di affrontare i crescenti problemi dei portalettere, oggi impossibilitati a concludere il loro lavoro entro il normale orario quotidiano, come invece avrebbero diritto di fare».
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