Cartiere in ripresa grazie a investimenti e innovazione: male solo la grafica

Giovedì 15 Febbraio 2018 di Paola Treppo
L'incontro dei cartai a Udine nella sede di Confindustria
UDINE - Carta e cartiere: Il settore è in ripresa con un +4,9% in provincia di Udine nel 2017. «Anche nell’industria cartaria vediamo quella variazione positiva che si registra pure in tutti gli altri settori. Possiamo ormai parlare di ripresa, con prospettive interessanti nel medio termine».

Sono le parole della presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli, che ha preso parte per la prima volta a una riunione del Gruppo cartarie, poligrafiche, editoriali di Confindustria Udine. È stata lei a offrire la sintesi dell’incontro che le aziende del settore hanno avuto a palazzo Torriani con Girolamo Marchi, presidente di Assocarta

Uno scenario incoraggiante 
Marchi, accompagnato dal direttore della sua associazione Massimo Medugno, ha tratteggiato uno scenario complessivamente incoraggiante per il comparto cartario: «Ci sono due componenti - ha detto - he fanno ben sperare per il futuro: la prima è che le imprese sono tornate ad investire; la seconda, che corre di pari passo, è che le aziende, attraverso la loro riconversione, stanno innovando nello sviluppo delle carte speciali e di nuovi prodotti nonchè nel passaggio della produzione dalle carte per usi grafici al packaging”.

In Italia quasi 20mila addetti 
L’industria cartaria in Italia è un settore che, nel 2016, ha occupato 19mila 500 addetti, con 154 stabilimenti, 122 imprese, e una produzione di 8,9 milioni di tonnellate (il Friuli Venezia Giulia contribuisce al 6,6% del totale) e un fatturato di 7 miliardi di euro, di cui il 53% maturato all’estero.

«Oggi - ha aggiunto Marchi - assistiamo ad andamenti divergenti nel nostro comparto: a fronte del trend solido e positivo del packaging e del tissue restano i problemi del comparto delle carte grafiche, che manifesta un andamento più negativo di quanto pare dicano le cifre, mentre il settore delle carte speciali sta muovendo i primi passi».

Ottimi segnali dalla provincia di Udine
In provincia di Udine, secondo le indagini trimestrali dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine, l’industria cartaria ha registrato, nel 2017, una crescita dei volumi produttivi del +4,9% rispetto al 2016 (e del +6% nel 4° trimestre del 2017), sostenuta dalla domanda interna e dalla ripresa delle esportazioni (+7,4% la variazione rilevata dall’Istat nei primi nove mesi del 2017, da 39,7 a 42,7 milioni di euro).

Netto calo della cassa integrazione 
In netto calo è stato il ricorso alla cassa integrazione nel 2017: poco meno di 15mila ore a fronte delle 133mila del 2016. Le previsioni per il primo semestre 2018 sono moderatamente positive.

Maxi aumento del costo della cellulosa
Molti sono stati gli stimoli alla discussione portati da numerosi imprenditori del settore intervenuti alla riunione di palazzo Torriani. Tra le questioni affrontate il vertiginoso aumento del costo della cellulosa, che ha generato difficoltà nei trasferimenti sui prezzi di vendita; la destabilizzazione del mercato causata dal forte rallentamento delle importazioni di carta da macero da parte della Cina.

I contenitori di carta 
Si è parlato pure delle opportunità offerte dalla diffusione dei contenitori di carta in sostituzione dei tradizionali sacchetti di plastica, fino ai problemi di immagine legati agli stereotipi che, a torto, ancora identificano l’utilizzo della carta come un dannoso contributo alla deforestazione, quando, invece, in realtà, grazie alle politiche di sostenibilità e certificazione, avviene esattamente il contrario. 

Dove conferire gli scarti di produzione?
Anche su questi temi si estende l’azione lobbystica di Assocarta che lavora a stretto contatto con il Ministero dello sviluppo economico, dell’ambiente e dell’istruzione. «Le priorità del settore - ha ricordato Marchi - restano l’energia, l’ambiente, il contenimento dei costi delle materie prime. Un fronte su cui ci battiamo da sempre è quello della realizzazione di nuovi termovalorizzatori anche sul suolo italiano. Se vogliamo completare tutto il percorso dell’economia circolare è indispensabile anche sapere dove conferire gli scarti delle nostre produzioni».
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