L'asinello del quartiere travolto e ucciso da un furgone: taglia per scovare chi l’ha fatto fuggire

Giovedì 20 Dicembre 2018
L'asinello del quartiere travolto e ucciso da un furgone: taglia per scovare chi l’ha fatto fuggire
10
UDINE - Una “taglia” di duecento euro per chi offrirà elementi utili per rintracciare le persone che, nei giorni scorsi, avrebbero spaventato e fatto scappare dalla “fattoria” natalizia del Villaggio del Sole Bianchino, l’asino nano che poi è morto poche ore dopo in viale Boccaccio, investito da un furgone che se l’è ritrovato in mezzo alla strada e, a quanto riferito dal conducente agli agenti, non ha potuto evitare l’impatto.

L’idea di offrire dei soldi per rompere il muro di «omertà» (la definizione è sua) è venuta a una casalinga di 51 anni, Cristina D. (che il cognome preferisce non sia pubblicato per tutelare i suoi familiari), che oggi vive a Verona, ma che, racconta, è «cresciuta vicino a quel quartiere, a cui sono ancora attaccata». A Udine, fra l’altro, ma non a Borgo Sole, riferisce, «vivono ancora i miei genitori. Proprio mia mamma mi aveva parlato della “fattoria” allestita per le feste (dalla Pro loco e da Cospalat ndr) con l’asinello e le caprette. Ne era entusiasta. Poi, ho letto su internet che qualcuno, forse dei ragazzi, ha fatto scappare la povera bestiola che poi è stata investita ed è morta. Mi sono talmente arrabbiata che poi, quando sono venuta a Udine, sabato, ho deciso di mettere i cartelli». In uno si legge “L’imbastardimento della razza è in corso. E non parlo dell’ asino”. Nell’altro, legato ad un albero, c’è una scritta cruda, con parole forti (“Avete ucciso Bianchino. Vi auguro di fare la stessa fine”), alcuni insulti “zoologici”, diciamo così («L’ho scritto in un momento di rabbia», spiega lei), e anche il numero di cellulare della signora, accompagnato da un “se avete il coraggio”. Ma, diceva ieri sera, «nessuno si è fatto vivo. Spero che qualcuno mi chiami. Ho lasciato il mio numero apposta, ma sono talmente codardi che non chiamano», si infervora.

L’idea di offrire duecento euro a chi dovesse fare una segnalazione utile a scovare i presunti responsabili, spiega, le è venuta dopo. «Ho parlato con la gente del quartiere che dice che c’è omertà, che c’è chi ha visto ma non parla. Dicono che ci sono stati altri vandalismi in passato. Allora, visto che nessuno dice niente, ho deciso di offrire dei soldi. Premetto che non sono un’animalista sfegatata, non sono vegana e mangio carne. Ma amo gli animali e non mi piace l’omertà. L’ho fatto perché è stata una cosa vergognosa, uno sfregio al quartiere. Nel mio piccolo, da cittadina, ho fatto un po’ l’investigatrice: qualcuno racconta che siano stati cinque ragazzi. Ma nessuno denuncia. A voce, ho fatto sapere che metto una taglia di 200 euro per chi darà notizie utili al ritrovamento di questi delinquenti (li definisce proprio così ndr): l’ho detto anche al bar di piazzale Carnia». Duecento euro non sono pochi. Ma, dice, «è una sfida». A ieri sera, però, ancora nessuno l’aveva chiamata per “incassare” la taglia. In compenso, assicura, «ho ricevuto tanti messaggi di solidarietà», assicura.

I CARTELLI
D’altronde, i suoi cartelli non sono gli unici, nel luogo del “misfatto”, per così dire. Su un tronco, infatti, campeggia un’altra scritta dai toni forti: “Chi ha visto e non ha avvertito le forze dell’ordine è complice di quel gesto infame”, si legge. «Altre persone - commenta Cristina - hanno voluto esprimere la loro rabbia, come me: tanta omertà ha dato fastidio nel quartiere alla gente sana che lo abita».
Camilla De Mori
Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 10:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci