Chiude il Cara e apre il Cpr, Centro permanente per rimpatrio migranti

Mercoledì 10 Maggio 2017 di Paola Treppo
Chiude il Cara e apre il Cpr, Centro permanente per rimpatrio migranti
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GRADISCA D'ISONZO (Gorizia) - Disponibilità all'apertura di un Centro permanente per il rimpatrio, un Cpr, a Gradisca d'Isonzo ma a determinate condizioni: la prima è quella della contestuale chiusura del Centro accoglienza per richiedenti asilo, il Cara, che attualmente ospita 480 immigrati; in secondo luogo, l'impiego per il controllo del Cpr di forze dell'ordine che non siano già impegnate nella sicurezza del territorio che, anzi, dovrà essere maggiormente presidiato; infine, oltre al rispetto dei numeri prefissati e alla rapidità dei rimpatri, il personale operante all'interno del Cpr dovrà fornire tutte le garanzie professionali e le competenze che la situazione richiede.
 
Questi i concetti espressi dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, sull'ipotesi dell'apertura di un Cpr a Gradisca d'Isonzo. «Abbiamo dato la nostra adesione al piano del ministro Minniti perché con grande senso di responsabilità siamo consapevoli che ognuno deve fare la propria parte» dice la presidente.
 
Di un radicale cambio di passo compiuto da questo Governo rispetto al passato parla anche l'assessore regionale alla solidarietà, Gianni Torrenti, che ha sottolineato come i Cpr rappresentino una soluzione radicalmente diversa rispetto ai precedenti Centri di identificazione e espulsione, per numero ridotto di persone ospitate e per la fluidità nelle operazioni di rimpatrio garantita dagli accordi con i Paesi di origine. «Una dinamica che prima, con i Cie - ha spiegato Torrenti -, rischiava di diventare una sorta di detenzione, con tutti i risvolti negativi sul piano umanitario e della sicurezza che l'organizzazione dei Cpr andrà ad evitare».
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