Accuse di ricettazione e riciclaggio:
concessi arresti domiciliari a Reina

Sabato 16 Luglio 2016 di Paola Treppo
L'avvocato penalista Antonio Vele e la Mercedes ML 3500

AMARO (Udine) - Il Tribunale della Libertà di Trieste ha concesso gli arresti domiciliari a Giuseppe Reina, 45 anni, e Domenico Toscano, 52 anni. I due erano stati fermati in A23 con una vettura Mercedes ML 3500, del valore di 60mila euro, che era stata rubata a Palermo e che stava uscendo dal territorio nazionale per raggiungere i Paesi dell’Est Europa.

La decisione è di ieri, venerdì 15 luglio, e la comunica il legale di Reina, l’avvocato penalista Antonio Vele, citando la l’ordinanza del Gip che, allora, aveva applicato la custodia della misura cautelare in carcere: «Considerato in particolare che gli indagati sono stati fermati mentre si stavano recando all'estero, utilizzando la vettura oggetto di riciclaggio, corredata di targhe clonate e documentazione contraffatta; le circostanze del fatto evidenziano un collegamento con ambienti criminali di assoluto rilievo, i quali hanno consentito di ripulire in pochi mesi la vettura rubata e di inviarla all'estero, dove evidentemente era stato rinvenuto un compratore, il quale aveva versato anche un acconto: si tratta di modalità che escludono la natura occasionale o episodica della condotta - si pensi alla disponibilità dei moduli in bianco, provento di furti risalenti nel tempo, avvenuti in diverse città di Italia -; le condizioni personali degli indagati, entrambi attualmente privi di stabile occupazione, dimostrano che gli stessi traggono le fonti di sostentamento dai traffici delittuosi; gli indagati, ove lasciati liberi potrebbero interferire nel proseguo delle indagini, volte a ricostruire la filiera del riciclaggio delle vetture di lusso e le eventuali articolazioni all'estero» si legge nell’ordinanza del gip; «Di conseguenza sussistono il pericolo di reiterazione del reato e il pericolo di inquinamento probatorio».
 
Queste istanze cautelari hanno portato al rigetto, sia del pm che del gip, di istanze difensive presentate per consentire all’indagato di conferire con i familiari più stretti per salvaguardare il principio di umanità della carcerazione, istanze difensive presentate successivamente all'applicazione della misura cautelare e prima della fissazione dell'udienza di riesame. A seguito dell’ordinanza cautelare in carcere, il difensore di Reina, ha presentato richiesta di riesame al Tribunale della Libertà di Trieste, il cui giudice ha accolto l'eccezione di incompetenza territoriale sollevata dalla difesa, trasmettendo gli atti al Gip competente presso il Tribunale di Catania, poiché i reati contestati - ricettazione e riciclaggio - in ordine alle circostanze fattuali secondo i criteri processuali escludono la competenza del Tribunale di Udine. «Ancora, ha concesso gli arresti domiciliari, secondo le indicazione della difesa, non condividendo sostanzialmente che gli indagati avendo contatto con i propri familiari potrebbero inquinare le prove.

E, infine, non condividendo la gravità delle esigenze cautelari, come interpretate dal Gip, tali da comportare la più estrema restrizione della libertà personale con il carcere». 

Ultimo aggiornamento: 15:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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