Abbracciare gli alberi: con Massimo nel magico bosco del monte Rucke

Venerdì 4 Agosto 2017 di Paola Treppo
Massimo Pierdomenico e i suoi boschi sul monte Rucke a Sauris

SAURIS (Udine) - Abbracciare gli alberi? Si può, con Massimo, nel bosco magico del monte Rucke. Siamo a Sauris, il paese più alto del Friuli Venezia Giulia; è qui che Massimo Pierdomenico, insegnante di educazione fisica di Cervignano del Friuli, da anni accompagna gruppi di camminatori alla scoperta di quello che sente come luogo misterioso e pieno di energia positiva. 

«Ho cominciato nel 2007 come proposte di nord walking diverse, per tutti, dove ognuno può rilassarsi e ritrovarsi - racconta -; ho sempre amato questi luoghi che, in un certo senso, mi "hanno chiamato". Si parte dal centro di Sauris di Sopra e ci immerge nel verde di un bosco composto da faggi, abeti e larici, un bosco che cambia colore a seconda delle stagioni e delle ore del giorno. Si cammina con calma, fino a raggiungere una radura, in località Beinte».

Qui Massimo, 62 anni (nella foto), racconta le storie, le leggende e le curiosità legate a Sauris, insieme a sua moglie Gigliola. Racconta di quando, a Passo Pura, quando ancora non c'era la strada, tutti quelli che passavano dovevano pagare uno strano dazio: baciare il fondoschiena di una donna vecchia e sporca, tradizione che adesso è stata ripresa nel calendario degli eventi di Sauris, il 5 gennaio, con il curiosissimo rituale del "Bacio della Belin", un bacio che concede una sorta di salvacondotto per chi si trattiene in paese. 

«Da Beinte si continua a piedi, ognuno col suo ritmo, e si raggiunge la sommità del monte; è un luogo pieno di energia dove abbracciamo gli alberi e dove sono accaduti, negli anni, eventi molto particolari. Le batterie dei telefoni e delle fotocamere che erano scarichi si sono ricaricati, qualcuno ha percepito la presenza degli esseri sottili che abitano questo bosco, che la tradizione locale vuole siano gli sbilfs: folletti brutti e piccoli che si mostrano solo ai puri di cuore, ai bambini e alle persone particolarmente sensibili. Si fanno sentire spezzando dei rametti che poi lanciano dagli alberi, sulla testa delle persone».

«C'è poi chi, abbracciando gli alberi, nel silenzio di questo luogo incantato, ha sentito la voce dei suoi cari. Ricordo un ragazzo in particolare, che vidi sconvolto: mi sono avvicinato per capire se stesse bene. Lui mi disse che abbracciando l'albero aveva udito la voce di suo padre che era mancato alcuni mesi prima. Ognuno può pensare ciò che crede. Ma quel che è certo è che chi raggiunge questi luoghi si sente in pace.

Sarà perché solo isolati, lontano dal caos, incontaminati. Sarà che l'aria, qui, come hanno dimostrato diversi studi scientifici, è pura, senza acari, simile solo a quella di Polava, nelle Valli del Natisone. Credo siano luoghi della terra dove l'energia buona è più forte». Massimo riprenderà le camminate sul monte Rucke all'inizio dell'inverno prossimo, sia di giorno che di notte, sulla neve, con le ciaspe. 

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