A4, una sentenza romana
tiene in sospeso i cantieri

Martedì 10 Febbraio 2015 di Maurizio Bait
A4, una sentenza romana tiene in sospeso i cantieri
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UDINE - Ancora non arriva il verdetto del Consiglio di Stato e la cosa comincia a porre in serie difficoltà la rapida prosecuzione dei lavori per la terza corsia dell’A4. Stiamo parlando della sentenza che i giudici amministrativi d’appello devono formalizzare dopo il ricorso proposto dal’Avvocatura dello Stato, per conto della Prefettura di Udine, contro la decisione del Tar di Trieste di annullare la misura interdittiva antimafia emanata nei confronti della Rizzani de Eccher.

L’impresa, impegnata con cantieri in una ventina di Paesi in tutto il mondo e sempre più propensa a lasciare l’Italia, è l’aggiudicataria definitiva, assieme alla Pizzarotti, dei lavori per il terzo lotto dell’A4 dal Tagliamento a Gonars, che al netto di opere accessorie e preliminari e della progettazione definitiva (pronta), vale poco più di 300 milioni di euro.

La Prefettura aveva stabilito il provvedimento (capace d’impedire di lavorare in tutto il Paese per Pubbliche amministrazioni) in base al sospetto di possibili contiguità fra RdE e imprese in regime di subappalto vicine ad ambienti della criminalità organizzata. Il Tar, però, ha decostruito tale configurazione, affermando con parole dirette che non è possibile interdire il lavoro a un’impresa sulla scorta di semplici sospetti e in assenza di elementi di fatto.

Dopo la discussione in appello, a Roma, da svariate settimane ogni giorno è buono per il deposito della decisione del Consiglio di Stato. Ma finché il tocco di carta con lo stellone repubblicano in testa non si materializza, Autovie Venete e il commissario A4, Debora Serracchiani, hanno difficoltà a contrattualizzare i lavori del terzo lotto e la stessa impresa RdE non vive giornate serene. Cosa succederebbe, difatti, se si avviasse il cantierone e poco dopo arrivasse la mannaia giudiziaria?

Ultimo aggiornamento: 08:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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