Nove pazienti uccisi con il farmaco Propofol: l'ex anestesista condannato per i giudici voleva porre fine alle loro sofferenze

Lunedì 7 Agosto 2023
Nove pazienti uccisi con il farmaco Propofol - Foto di fernando zhiminaicela da Pixabay

TRIESTE - A carico di Vincenzo Campanile, ex anestesista del 118 di Trieste condannato per la morte di 9 pazienti affidati alle sue cure c'è «una pluralità di elementi di fatto che rivela che l'intento» del medico «in tutti i casi presi in considerazione nel presente processo, non fosse quello di procedere alla sedazione palliativa, bensì quello di uccidere i pazienti, sia pure - si crede - allo scopo di porre fine alle loro sofferenze». È quanto si legge, a quanto riferisce Il Piccolo, in un passaggio delle motivazioni della sentenza. I fatti contesati al medico vanno dal novembre 2014 e al gennaio 2018.

La Corte d'Assise di Trieste ha condannato nel febbraio scorso il medico a 15 anni e 7 mesi per omicidio volontario. Per l'ex anestesista, licenziato dall'azienda sanitaria, i pm Cristina Bacer e Chiara De Grassi avevano chiesto una condanna a 25 anni e 6 mesi. Campanile deve rispondere anche di falso in atto pubblico perché nei verbali degli interventi non aveva riportato l'utilizzo dei farmaci letali. «La somministrazione del Propofol - nota la Corte - sarebbe stata pacificamente controindicata» in base alle condizioni dei pazienti. 

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