Morto dopo l'arresto: in appello no al risarcimento da 7 milioni

Lunedì 31 Luglio 2017 di E.B.
Morto dopo l'arresto: in appello no al risarcimento da 7 milioni
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TRIESTE - E' stato respinto dai giudici d' appello di Trieste il ricorso dei famigliari di Riccardo Rasman - il disabile morto a Trieste nel 2006 dopo un'irruzione della polizia nella sua abitazione in via Grego - finalizzato a ottenere una somma di sette milioni di euro contro il milione e 200mila euro ottenuti in primo grado dal Ministero dell'Interno. I famigliari dovranno anche pagare 15 mila euro di spese processuali. L'avvocato Claudio Defilippi, che assiste la famiglia, ricorrerà in Cassazione in quanto ritiene il caso "ancora più grave di quello di Federico Aldrovandi", per il quale "lo Stato ha pagato circa il doppio", ha spiegato il legale. ll caso risale al 26 ottobre del 2006: la polizia venne chiamata da alcuni vicini di casa di Rasman perché il 34enne - in cura presso il Centro di salute mentale di Domio - stava lanciando petardi. I poliziotti della Squadra volante, con l’aiuto dei pompieri, avevano tirato giù la porta dopo aver tentato invano di farsela aprire. Rasman era stato ammanettato e fatto distendere sul pavimento. In tre gli erano saliti a turno sulla schiena per tenerlo fermo. Ma lui, che aveva lottato senza risparmiare il fiato, aveva iniziato a rantolare. Quando era arrivato il 118 era già troppo tardi. «Asfissia posizionale» il responso della perizia medico-legale.
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