Generali, l'ora della crescita: il risultato migliore della sua storia

Venerdì 28 Aprile 2017
Generali, l'ora della crescita: il risultato migliore della sua storia
1
TRIESTE - (r.amo.) Alle spalle non c'è soltanto «il risultato operativo migliore della sua storia», per Generali. I numeri del 2016 sono per il ceo della compagnia triestina, Philippe Donnet, «i migliori tra gli operatori del mercato». Una base importante per un inizio 2017 «positivo nonostante le catastrofi naturali in Italia, in Francia e nell'Europa centrale». Ma soprattutto è una rampa di lancio di un certo peso per il futuro visto che Donnet guarda già alla fase crescita per il Leone di Trieste.
Sarà «il 2018» l'anno «della crescita e dello sviluppo». Il tempo di «completare i primi due step, la ristrutturazione finanziaria e il rafforzamento industriale ancora in corso», ha spiegato Donnet, e allora «potremo progettare un piano ambizioso di crescita e sviluppo che parte da basi solide. Questo è il mio personale impegno». Un messaggio chiaro per i soci riuniti ieri in assemblea a Trieste per approvare il bilancio 2016. Il 52,24% del capitale sociale, un record di presenze per Trieste, mai così rappresentata in queste occasioni anche dai fondi esteri (il 24,4% del capitale contro il 19,87% dell'anno scorso e il 9,2% del 2012), ha approvato un bilancio archiviato con un utile di 2,08 miliardi e un dividendo di 80 centesimi per azione (+11,1%).
Il primato sui competitor è nei numeri, ha spiegato nel dettaglio Donnet. «Il Combined ratio (rapporto tra costi e premi) al 92,5% è più alto dei competitori internazionali, con una crescita del divario rispetto al secondo migliore, soprattutto nella gestione sinistri». Numeri che dimostrano «una crescita di Generali migliore degli altri, ma non a discapito della qualità». Dunque, «i margini della nuova produzione vita sono pari al 25,9%, in progresso di 5 punti. Mentre il rendimento del capitale è al 13,5%», anche in questo caso al top rispetto ai big del settore. «Siamo ben posizionati per raggiungere i principali target al 2018».
Qualche cifra in più arriverà l'11 maggio con la pubblicazione dei dati trimestrali. Un'occasione, ha anticipato il ceo, anche per «presentare il piano strategico per l'asset management, che diventerà una componente importante del nostro business». Quanto al giudizio sull'andamento del titolo in Borsa, «sono convinto che il potenziale della nostra compagnia sia sottovalutato e non pienamente riflesso nel prezzo», ha risposto Donnet agli azionisti, sottolineando che dopo l'Investor day di novembre le azioni hanno guadagnato il 30%». Anche il nodo dei rapporti con Intesa Sanpaolo e con Axa è finito tra i capitoli messi sul tavolo dalle domande dei soci. A chiarire è stato il presidente Gabriele Galateri: «Da Intesa Sanpaolo il gruppo non ha mai avuto alcuna proposta» e «non sono» nemmeno «in corso progetti con Axa per una fusione». Quanto al 3% di Intesa Sanpaolo acquistato in funzione difensiva, «non rappresenta una partecipazione strategica», ha puntualizzato Donnet, che vede «opportunità di cessione nel breve termine».
L'assemblea che ha approvato anche il rinnovo del collegio sindacale non ha messo in evidenza particolari variazioni nel peso degli azionisti. E a proposito di un'ipotesi di ulteriore arrotondamento della quota del gruppo Caltagirone, oggi al 3,59%, il presidente Francesco Gaetano Caltagirone ha spiegato: «Non ho obiettivi, dipende dalle quotazioni. Qualcuno ne ha parlato, non io».
© riproduzione riservata
Ultimo aggiornamento: 11:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci