Ferriera: Serracchiani scrive ad Arvedi I manifestanti: «Non sono "cretinate"»

Mercoledì 21 Giugno 2017 di E.B.
Ferriera: Serracchiani scrive ad Arvedi I manifestanti: «Non sono "cretinate"»
TRIESTE - La presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, come annunciato durante il confronto avuto in mattinata con le associazioni ambientaliste e il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza,  ha scritto al presidente del Gruppo Arvedi, Giovanni Arvedi, chiedendo un incontro in tempi brevi per discutere del futuro della Ferriera di Servola e dei disagi lamentati dalla popolazione residente nelle vicinanze dell'impianto siderurgico. Nello specifico, Serracchiani ha evidenziato la necessità di un chiarimento in merito alla volontà dell'industriale, espressa secondo quanto riportato dai comitati all'arcivescovo di Trieste, di procedere alla chiusura dell'area a caldo dello stabilimento triestino. Nella lettera, la presidente ha ricordato il presidio permanente in atto davanti al Palazzo della Regione in piazza Unità rimarcando che «al netto dei toni, duri e ultimativi, emersi al tavolo e anche immediatamente dopo al momento dell'incontro con la stampa, devo registrare che tra la popolazione di Servola permane un malessere che non accenna ad attenuarsi. Il presidio insediato in piazza dell'Unità d'Italia è un sintomo percepibile». La situazione viene definita dai comitati  «insostenibile sia sotto l'aspetto dei depositi di polveri sia per il rumore».

«La Presidente Serracchiani definisce "cretinate" gli argomenti di Alda Sancin, presidente di "No Smog" sulla Ferriera. Poi si scusa e rettifica: "Imprecisioni" - replica con una nota il Comitato 5 Dicembre, organizzatore del presidio non stop - questo rende bene l'idea dell'atteggiamento della Presidente quando l'abbiamo incontrata insieme al Sindaco Dipiazza questa mattina. Noi siamo ci siamo presentati con l'atteggiamento più aperto possibile, in nome dello spirito di mediazione evocato dal Vescovo Crepaldi, e rappresentando la drammatica urgenza che ci spinge a un presidio permanente 24 ore su 24 e invece abbiamo trovato un muro invalicabile e questo nervosismo. Eravamo ospiti - proseguono i manifestanti - cittadini dentro un palazzo istituzionale e abbiamo fatto il nostro dovere cercando di far valere il diritto alla salute e al lavoro e di cercare una soluzione immediata per l'urgenza di Servola. Non c'è stato verso. Ancora di più: noi siamo in piazza, la Presidente venga mezz'ora in piazza a dire in faccia ai cittadini le cose che ha detto a noi con gli stessi toni. Ripetiamo il confronto pubblicamente. Si assuma la responsabilità politica di quello che dice, dicendolo davanti a chi vive ogni giorno il dramma di Servola».


 
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