Mezzo millennio nei villaggi dove le case hanno le grondaie di pietra

Lunedì 27 Novembre 2017 di Paola Treppo
La casa carsica di San Daniele del Carso, in Slovenia
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TRIESTE E SLOVENIA - Tetto coperto da lastre di ardesia, mura di pietra, aperture piccole per conservare il calore, pochi e semplici arredi, strumenti da lavoro. Immagini sacre. Mezzo millennio di vita: sono ancora lì, le case carsiche, al di qua e al di là del confine tra Italia e Slovenia. Alcune sono diventate museo, restaurate, recuperate, di proprietà pubblica, si possono visitare su prenotazione e a volte ospitano incontri ed eventi.
 

 

 
A Monrupino
Sul Carso triestino, a Monrupino, c’è la Casa Carsica di Repen, un esempio ben conservato della caratteristica e spontanea architettura carsica che, all’interno di un cortile chiuso, riunisce le unità abitative e le pertinenze agricole. Il tetto in lastre calcaree sormontato da un maestoso e imponente camino, finestre riquadre con inferriate, alcune porte con traversi triangolari e rettangolari, gradinata in pietra per accedere al ballatoio e il cortile delimitato da un muro di pietra. La cucina lastricata in pietra è l'ambiente più vivace: qui il forno per il pane, il focolare aperto, una nicchia per il mastello d'acqua. Tutte le stanze sono arredate con oggetti e arnesi autentici. Nel complesso architettonico sono comprese stalla, pollaio, letamaio, fienile e l'edificio per gli attrezzi. Info www.monrupino-repentabor.it.

A San Daniele del Carso  
A pochi chilometri di distanza, nella vicina Slovenia, a San Martino del Carso c’è un’altra casa carsica che forse è ancora più vecchia: ha 500 anni, mezzo millennio. Le sue grondaie sono in pietra e l’acqua che ci scorreva una volta, come anche oggi, va a finire in un pozzo.
Organizzata su due piani, si affaccia su due piccole e strette strade del borgo fortificato, oggi un villaggio dove vivono 50 persone. La parte più alta comprendeva una stanza sola dove vivevano tutti i componenti la famiglia: qui si dormiva, si cucinava, si mangiava e si allevavano i figli. Al piano di sotto c’era la stalla, l’ambiente più caldo, dove poi si dormiva quando il freddo si faceva più intenso, in mezzo alle mucche e agli animali da cortile. Tutto è stato mantenuto come un tempo. Info www.stanjel.eu.

Ultimo aggiornamento: 17:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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