Alunni mandati ad intervistare migranti in strada: scoppia il caso

Venerdì 27 Ottobre 2017 di E.B.
Alunni mandati ad intervistare migranti in strada: scoppia il caso
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TRIESTE - Un elenco di domande da rivolgere agli immigrati del proprio quartiere di residenza. Il compito facoltativo - affidato da un'insegnante agli studenti della III G della scuola media Roli di Borgo San Sergio - finisce nella bufera sollevando un vero e proprio caso politico con tanto di mozione urgente presentato dalle forze di opposizione in consiglio comunale e una audizione del preside e dell'insegnante in Comune.

A denunciare l'accaduto è stata una mamma - Deborah Clari - con un post su Facebook: «Sembra normale che un'insegnante chieda ai propri alunni di andare in giro per Trieste a fermare gli immigrati e chiedere la loro storia, il loro passato come compito a casa? Parliamo di ragazzini di 13, 14 anni! Uno è andato e il giorno dopo ha riferito a questa insegnante che l'immigrato lo ha insultato ed è dovuto scappar via. Ma con tutto quello che si sente danno 'sti compiti per casa? Ditemi voi se è cosa normale!».Il post è diventato virale scatenando una raffica di commenti di vario tipo. Nella mozione i consiglieri di Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Misto) hanno condannato duramente l'iniziativa scolastica chiedendo al sindaco di «intervenire sul dirigente scolastico per una immediata revoca di detto "compito a casa"».

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Ma andiamo per ordine. Gli alunni hanno ricevuto un elenco nutrito di domande, 14 per l'esattezza: dal nome, età e Paese di provenienza al perchè della scelta di venire in Italia ma anche quesiti come "Il viaggio è stato difficile?", "Dove alloggia? Da solo o con altre persone?", "E' stato vittima di qualche episodio di intolleranza?".  Ad intervenire sulla vicenda è stato anche il dirigente dell'Istituto scolastico Mauro Dellore: «Il compito in oggetto non era un'iniziativa estemporanea slegata da un contesto didattico, bensì un'attività da svolgere nell'ambito di un percorso finalizzato a portare gli studenti a riflettere sulla condizione dei migranti di ieri e di oggi e a sviluppare il loro senso critico nei confronti della realtà. Sono stati proposti testi tratti da antologie scolastiche e giornali diversificati sia per quanto riguarda il periodo storico affrontato che per orientamento politico». «L'attività richiedente l'intervista a un migrante fa parte delle proposte operative del libro di testo di italiano "Il quadrato magico di R. Zordan", adottato da questa scuola - ha spiegato ancora -  per lo svolgimento dell'attività il docente ha chiarito che si trattava di un compito facoltativo e non obbligatorio, da svolgere solo se gli studenti si fossero sentiti in un contesto protetto, in totale serenità».

Riferendosi al post della mamma sul social network ha anche detto: «La figlia della signora che ha sollevato la questione ha partecipato alle attività di lettura e commento dei testi proposti e alla produzione di elaborati scritti, mentre ha preferito non aderire al compito comportante l'intervista ed era assolutamente legittimata a non farlo. Alcuni studenti si sono offerti di realizzare l'intervista e hanno inserito nel diario la consegna; attraverso questo canale le famiglie sono state informate preventivamente delle caratteristiche del compito. Visto il clima di reciproca fiducia e collaborazione tra la scuola e le famiglie, il docente era certo che, qualora i genitori dei ragazzi coinvolti avessero preferito non autorizzare i figli a svolgere l'attività facoltativa, avrebbero potuto farlo, come del resto avrebbero potuto contattare direttamente il docente per chiarimenti. Comunque, proprio per mantenere vivo questo spirito di attiva collaborazione e fiducia reciproca e in pieno accordo con il docente interessato e gli altri insegnanti della classe, ho convocato una riunione con i genitori nella quale si confida di arrivare a un soddisfacente chiarimento».  Il confronto si terrà lunedì. 

Ultimo aggiornamento: 15:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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