Le zecche fanno paura: 8 contagi. Sei sviluppano meningo-encefalite

Venerdì 28 Settembre 2018 di Mauro Favaro
Le zecche fanno paura: 8 contagi. Sei sviluppano meningo-encefalite

TREVISO - Le zecche mettono paura. Questa estate gli acari che infestano la zona della pedemontana hanno morso e infettato con il virus Tbe otto trevigiani. E sei di questi dall'infezione hanno sviluppato una forma di meningo-encefalite. La Marca è la seconda provincia del Veneto per numero di contagi. E' dietro solo a quella di Belluno, e nemmeno di troppo, dato che quest'ultima ha contato solo cinque casi in più. Per fortuna nessuno dei trevigiani colpiti dall'infezione è arrivato a rischiare la vita, anche se servono mesi per ristabilirsi completamente. Ma il bilancio estivo indica che quello delle zecche è un problema che non può più essere sottovalutato. Di certo non lo fanno gli ospedali della Marca, che da tempo si sono attrezzati per individuare il virus Tbe e far partire immediatamente le cure.

I CASI
«Il numero di contagi rispecchia la posizione geografica della nostra provincia fa il punto Pier Giorgio Scotton, primario dell'unità di Malattie infettive del Ca' Foncello di Treviso, centro di riferimento per tutta la Marca stiamo parlando di malattie che si trovano sulle Alpi e sulle Prealpi. E quindi anche da noi. Il problema è più sul nord-est del Veneto. Andando verso ovest, verso i rilievi di Verona, si attenua». «Ciò che conta, per quanto ci riguarda, è che nessuna delle persone che hanno sviluppato l'encefalite da zecca ha riportato conseguenze gravi aggiunge quest'anno è andata bene. A differenza di quanto capitato con il West Nile (il virus della Febbre del Nilo trasmesso dalle zanzare infette, ndr)». Fino ad ora, per inciso, nella Marca si sono contati 11 casi confermati di Febbre del Nilo, più altri 33 ancora classificati come probabili. L'ultimo contagio è dell'altro ieri: una zanzara infetta ha trasmesso il virus a un 86enne della zona di Treviso, attualmente ricoverato nel reparto di Medicina del Ca' Foncello. 

LA PREVENZIONE
Tornando alle zecche, il vaccino è l'unica via per difendersi in modo preventivo contro le malattie virali che possono colpire il cervello e parte del midollo, con il rischio di danni permanenti a livello neurologico.

L'unità di Malattie infettive lo raccomanda a tutti. A qualsiasi età. In particolare a chi passeggia o passa del tempo tra le colline. «Le zecche sono sempre più diffuse anche nella pedemontana trevigiana avverte Scotton con un semplice gesto si possono evitare problemi di salute a volte anche molto gravi». Nel dettaglio, le zecche svolgono sia il ruolo di vettore sia quello di serbatoio del virus. Quelle più coinvolte sono le specie Ixodes ricinus (virus di sottotipo europeo) e Ixodes persulcatus (virus di sottotipi siberiano e orientale), parassiti di roditori, cervi, ovini, bovini, caprini e uccelli. Ma anche le zecche del cane del genere Dermacentor possono diffondere la malattia. Nel 66 per cento dei casi l'infezione trasmessa all'uomo non dà sintomi importanti. Nei rimanenti, dopo un periodo di incubazione che può arrivare fino a un mese dal morso, si sviluppano febbre, mal di testa e mal di gola. Anche per dieci giorni. E nel giro di una settimana può prendere forma una meningo-encefalite, che nel 2 per cento dei casi ha purtroppo un esito letale.

Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 11:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci