«Il cartello delle bottiglie»: vetro, faro dell’Antitrust su nove aziende

Denuncia della trevigiana Bottega: «Anche nel 2023 aumenti simili per il caro-energia»

Venerdì 10 Novembre 2023 di Angela Pederiva
«Il cartello delle bottiglie»: vetro, faro dell’Antitrust su nove aziende

VENEZIA - Un cartello nel settore delle bottiglie di vetro. È l’ipotesi in base a cui l’Antitrust ha acceso un faro, per una presunta intesa restrittiva della concorrenza, su 9 aziende produttrici del comparto, alcune delle quali insediate a Nordest come Zignago Vetro (sede a Fossalta di Portogruaro) e O-I Italy (stabilimento a Villotta di Chions), nonché la loro controllata Vetri Speciali (fabbriche ad Ormelle e San Vito al Tagliamento), quindi Berlin Packaging Italy, Bormioli Luigi, Verallia Italia, Vetreria Piegarese, Vetreria Etrusca e Vetropack Italia.

Il sospetto è che, sull’onda dei rincari legati alla guerra tra Russia e Ucraina, sia stato concordato un aumento dei prezzi praticati ai clienti nel 2022 e nel 2023, quantificato in un +58% nell’arco di 18 mesi da Coldiretti e Fondazione Filiera Italia: quest’ultima aveva presentato una delle segnalazioni che hanno dato avvio all’istruttoria, così come aveva fatto l’impresa trevigiana dei vini e dei distillati Bottega.


LETTERE E ISPEZIONI
Il primo è stato un esposto anonimo, inoltrato lo scorso 17 aprile attraverso la piattaforma di whistleblowing dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, da una ditta che aveva ricevuto «lettere ed e-mail» trasmesse da alcuni dei produttori ora sotto esame «alla propria clientela, nei mesi di marzo e di settembre 2022, per comunicare incrementi generalizzati dei prezzi di vendita delle bottiglie, dovuti all’aumento esponenziale dei costi energetici e delle materie prime». Quelle missive sarebbero state accomunate da «rilevanti analogie» sia nella percentuale degli incrementi, sia «nella loro formulazione letterale». A sua volta il 26 luglio Bottega, dal proprio quartier generale a Godega di Sant’Urbano, aveva denunciato che diverse di quelle stesse aziende fra la primavera e l’estate dell’anno passato avrebbero deciso «aumenti simili dei propri listini adducendo come giustificazioni principali la guerra in Ucraina e il conseguente aumento dei costi energetici», rinnovandoli anche nel 2023 «nonostante la diminuzione dei costi a cui sarebbero stati asseritamente legati». A ruota Filiera Italia aveva lamentato agli occhi dell’Agcm «rischi di distorsioni e possibili speculazioni di mercato».
I funzionari dell’Autorità, con il supporto del nucleo speciale antitrust della Guardia di finanza, hanno svolto ispezioni nelle principali sedi delle società coinvolte e anche negli uffici dell’associazione di categoria Assovetro, il cui presidente Marco Ravasi un anno fa aveva lanciato l’allarme sul caro-energia, prefigurando «aumenti importanti che probabilmente finiranno sul mercato finale». I forni per la produzione del vetro cavo, cioè riscaldato per essere lavorato, sono alimentati prevalentemente a metano, operano 24 ore su 24 e sono altamente energivori. Dai dati Istat risulta che l’indice dei prezzi alla produzione delle bottiglie, una massa di 4,1 milioni di tonnellate, ha subìto un rialzo significativo nel 2022 e nel 2023.


PRIME VALUTAZIONI
Secondo le prime valutazioni dell’Agcm, «dalle informazioni disponibili è ragionevole desumere l’esistenza, quantomeno dall’inizio del 2022, di un coordinamento delle strategie commerciali», fondate su variazioni dei prezzi «apparentemente non giustificate dall’aumento dei costi delle materie prime», il che potrebbe «essere il risultato di un’intesa orizzontale, sotto forma di accordo e/o pratica concordata, finalizzata ad evitare un corretto confronto concorrenziale tra operatori». Questa è comunque solo un’ipotesi, ancora tutta da confermare. Entro 60 giorni le aziende sotto istruttoria potranno chiedere di essere sentite per difendersi; il procedimento dovrà concludersi entro il 31 dicembre 2024. Coldiretti e Filiera Italia ritengono comunque che il fenomeno abbia contribuito ad aggravare i costi a carico delle aziende vitivinicole e dunque ad agevolare il sorpasso della Francia sull’Italia, che per la prima volta dopo 7 anni «ha perso la leadership come produttore di vino in Europa e nel mondo».
 

Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 09:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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