Veneto Banca, cda decisivo
per la presidenza dopo Anselmi

Giovedì 10 Novembre 2016 di Maurizio Crema
Veneto Banca, cda decisivo per la presidenza dopo Anselmi
Veneto Banca, oggi cda decisivo per scegliere il nuovo presidente al posto di Beniamino Anselmi.
In pole position ci sarebbe Massimo Lanza, ex direttore centrale Cariplo e membro del consiglio di Fondazione Venezia. Ma non è escluso che possa invece prevalere la scelta in continuità di presidente ad interim Maurizio Lauri o del leader di banca Apulia Alberto Pera. Ma non si parlerà solo di nomine in quest’incontro. Da definire anche gli accordi di rimborso per l’avvio dei tavoli di conciliazione che dovrebbero essere aperti entro fine mese. C’è da trovare un’intesa con Popolare Vicenza: l’offerta infatti sarà la stessa per gli 88mila soci di Veneto Banca e per i 118mila di Popolare Vicenza. Si parla di un ristoro intorno al 15% del valore dell’azione indirizzato ai piccoli azionisti e con parametri temporali definiti senza tener conto dei prestiti baciati e degli “agevolati”.
Il tema che tiene banco oggi però è sopratutto la fusione. Il piano industriale per arrivarci potrebbe slittare oltre la fine dell’anno. Questo per gestire al meglio un’operazione che appare complessa e che viene osteggiata ancora da una parte del sindacato, anche se c’è da registrare il via libera della Fabi (sindacato maggioritario nel settore). LaCgil del Friuli Venezia Giulia sollecita un confronto a 360 gradi tra Regione, banche, sindacati, associazione e istituzioni locali: «Una sorta di Stati generali del credito e della finanza pubblica per individuare soluzioni innovative capaci di invertire la tendenza, di ricostruire un clima di fiducia reciproca tra banche, lavoratori, cittadini e imprese».
In Veneto invece il presidente della Regione Luca Zaia getta la spugna anche per la futura banca veneta potrebbero sempre spuntare investitori di peso (almeno lo sperano i sindacati). Il tutto per evitare licenziamenti, passaggio fino a oggi tabù per un settore che non ha cassa integrazione e che lega provvedimenti drastici a crisi bancarie conclamate (e pesanti da gestire anche dal punto di vista della fiducia della clientela). La dichiarazione di Lauri di mercoledì tracciano la strada: «Il contesto attuale richiede la massima attenzione. Occorre dedicare ogni energia - sottolinea - a definire un progetto concreto di sviluppo per far ripartire la banca, dare un futuro ai dipendenti ed ai clienti del territorio. È doveroso valutare tutte le opzioni, tra cui - come ha chiesto il socio di riferimento Atlante - l’ipotesi di aggregazione. Il nostro amministratore delegato Cristiano Carrus è già da tempo al lavoro su questo tema nodale».
Il nodo principale da sciogliere sono gli esuberi: 2500 secondo le stime. Poco più di un migliaio sarebbero coperti già dai fondi di solidarietà delle due banche. Se si andasse a vendere Banca Nuova (700 addetti, c’era stata un’offerta ma per cifre minime, 50 milioni) e Banca Apulia (società controllate dalle due banche ma esterne al perimetro delle capogruppo) si potrebbe togliere dal lotto altri 1300 addetti. Poi c’è da giocare anche la carta Sec Servizi, il centro contabile di Padova: 300 addetti circa ai quali potrebbero essere aggiunti i 235 di Servizi Bancari, la società di BpVi che si occupa dell’online. Una partita che potrebbe essere gestita in prima persona da Anselmi. E ci sono anche le banche estere di VB, un altro migliaio di dipendenti. Ma queste sono solo cifre. Il problema vero è come assolvere alla richiesta della Bce - sistemare i crediti a rischio, 9 miliardi circa per le due ex Popolari - e ridare vento all’attività tagliando nel contempo i costi. Questioni complicate che dovranno essere risolte nel piano industriale da fusione che stanno allestendo i due Ad Cristiano Carrus e Francesco Iorio (Vicenza), che nel frattempo continuano a badare anche a uno sviluppo in solitaria.
Lauri ha anche un problema in più da gestire rispetto al collega Gianni Mion: Banca Intermobiliare. L’istituto torinese che gestisce grandi patrimoni quotato in Borsa ha registrato una perdita nei nove mesi di 26 milioni (da un rosso di 2,8 milioni nello stesso periodo dell’anno scorso). Il nuovo cda, insediatosi il 18 ottobre (presidente appunto Lauri), «ha avviato un’attività conoscitiva e posto in essere i primi interventi correttivi con l’obiettivo di rilanciare le attività di Bim».
Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 08:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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