​Tre euro all'ora: la galassia sconosciuta degli sportivi sfruttati

Giovedì 15 Febbraio 2018 di Mattia Zanardo
Tre euro all'ora: la galassia sconosciuta degli sportivi sfruttati
TREVISO - I compensi faraonici dei campioni del calcio sono distanti anni luce. Ma anche i contratti regolari di atleti e allenatori professionisti di altre discipline rappresentano una minoranza infinitesimale. Il mondo dello sport dilettantistico e di base, anche nella Marca, si regge sull'opera e sulla passione di migliaia di volontari. Il guaio, secondo il Nidil Treviso, il sindacato della Cgil che si occupa delle nuove forme di occupazione atipica, è che molte di quelle figure sono volontari solo di facciata. E proprio nella variegata galassia delle attività sportive si nasconde una crescente sacca di precarietà, spesso ai limiti - o anche oltre - lo sfruttamento

Secondo una ricerca patrocinata dalla Regione nel 2016, in Veneto sono attive 5.549 società sportive, di cui 1.073 nella Marca: a fronte di 8.289 lavoratori regolarmente retribuiti, intorno a questi club ruota un esercito di 120mila addetti che operano a vario titolo come no profit. Al tifoso in pensione che guida il pulmino nelle trasferte, alla mamma che all'occorrenza si presta a far da segretaria e al ventenne che un paio di pomeriggi alla settimana dà una mano agli allenamenti dei più piccoli, secondo il sindacato, però, si mescola un gran numero di collaboratori che svolgono un lavoro vero e proprio. Ma, oltre ad avere retribuzioni risicatissime (in alcuni casi due o tre euro l'ora), soprattutto non godono di alcuna tutela in caso di malattia o infortunio, non hanno diritto ai versamenti contributivi e previdenziali (dunque nessuna pensione), possono essere sollevati dall'incarico da un giorno all'altro, magari con un sms o una mail...
 
 
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