Tessitura Monti, il nome prosegue ma la fabbrica chiude: 132 dipendenti a casa

Domenica 16 Luglio 2023 di Mattia Zanardo
La tessitura Monti

MASERADA - Il nome proseguirà, ma la fabbrica della Tessitura Monti è ormai avviata alla chiusura. Il marchio, l'archivio con i campioni di tessuti, alcuni contratti della storica azienda produttrice di camicie di Maserada, fondata nel 1911, sono stati rilevati dalla Andreazza & Castelli: la realtà di Gallarate, in provincia di Varese, a sua volta operante nel medesimo settore e quasi coeva, essendo nata nel 1919, alla fine è stata l'unica a presentare un'offerta. Sotto la nuova capogruppo passeranno, però, solo 16 dipendenti su 148 totali (manager esclusi) ancora in forza: 12 tra designer, tecnici e impiegati amministrativi e commerciali, più 4 dirigenti.

Così come non è stato acquisito lo stabilimento di Maserada. La nuova proprietà si è impegnata a mantenere in zona l'attività -e a questo proposito sarebbero già in corso le ricerche di un luogo idoneo- ma, appunto, non nel sito originario e, soprattutto, si tratterà di funzioni creative, di progettazione e gestionali. La produzione verrà realizzata altrove.

L'AMAREZZA DEI SINDACATI
I sindacati di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, da anni impegnati nella vertenza per cercare di salvare l'azienda e i suoi lavoratori, non nascondono l'amarezza: «Volge al termine una storia ultracentenaria. Non solo di un'azienda, ma di un intero territorio riguardo ad una lavorazione che tanto ha portato in questi decenni -afferma Gianni Boato, segretario generale della Femca Belluno Treviso- Per 15 anni in qualche modo siamo sempre riusciti a scongiurare il rischio, ma oggi purtroppo si concretizza. Il declino è iniziato nel 2004 con la chiusura dello stabilimento di Montebelluna, poi si è cercato di reggere aprendo una filiale in India, ma di fatto l'azienda negli ultimi 15 anni ha prodotto solo perdite. Grazie al ricorso agli ammortizzatori sociali si è riusciti a mantenere l'attività produttiva, nonostante il numero di dipendenti si sia via via ridotto: ancora tre anni fa erano 250. Da ultimo l'amministrazione straordinaria: peravamo tutti che si riuscisse a ripartire almeno con una quota maggiore di addetti, di certo non ci aspettavamo un numero così esiguo. D'altro canto, eravamo consapevoli della difficoltà visto i grandi investimenti necessari per rilanciare il vecchio complesso industriale». «Mette tristezza che sia finita così -conferma Francesca Mazzoli, della Uiltec Belluno Treviso- fino all'ultimo abbiamo sperato potesse arrivare qualcuno per garantire l'occupazione e far continuare questa realtà storica del territorio e, soprattutto, un'eccellenza nel settore. Andreazza & Castelli ora porterà avanti il marchio, ma non sarà più la stessa cosa. E soprattutto ci sono 136 lavoratori da ricollocare».

LA CASSA INTEGRAZIONE
Fino al 31 dicembre gli addetti potranno beneficiare della cassa integrazione straordinaria, poi entreranno in Naspi. Sono previsti anche percorsi di formazione e riqualificazione e per chi ha dato disponibilità, circa una settantina di persone, il Centro per l'impiego ha già avviato i colloqui per stilare un profilo e verificare eventuali offerte. Per il resto dei beni della vecchia Monti proseguirà l'iter della liquidazione giudiziale, dichiarata il 29 marzo.

      

Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 11:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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