Tangentopoli degli scacchi, ecco chi sono i 4 campioni squalificati

Domenica 26 Novembre 2017 di Gigi Bignotti
Pierluigi Basso, 19 anni, organizzatore
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Non un singolo episodio, ma un sistema: un vero scandalo con tanto di processo e condanne. La definizione di tangentopoli degli scacchi non è azzardata da quanto emerso dall'inchiesta federale su combine e illeciti sportivi nel Nobil Giuoco. Il terremoto ha come epicentro Montebelluna e il suo circolo, lo storico "G.B. Vergani". Dalla sentenza di 22 pagine resa nota ieri dal tribunale degli scacchi, emerge un quadro a tinte fosche soprattutto fra i giovani italiani assetati di vittorie e di titoli (quelli di Maestro internazionale o Grande Maestro) che servono per ottenere ingaggi e inviti in tornei d'alto livello con ricchi montepremi.
Paradossale che la bomba esploda proprio a Montebelluna, la città capitale italiana degli scacchi, che ha visto crescere e affermarsi campioni tuttora ai vertici nazionali: proprio due di loro, il decano Michele Godena e Daniel Dvirnyy (oriundo russo che vive da 20 anni in città) hanno scoperchiato il pentolone scrivendo una lettera aperta insieme ad altri 8 noti colleghi - quasi tutti nazionali - per molti episodi a dir poco sospetti. Il torneo montebellunese di gennaio è stato solo l'ennesima conferma, anche se i 4 giocatori puniti dalla federazione negano responsabilità: tutto si sarebbe svolto nell'assoluta correttezza.

LA DENUNCIA
La presa di posizione di Godena & Co. fu durissima: «Non è tollerabile - scrivevano - che le partite siano comperate o che ci si accordi per scambiarsi le vittorie. Gli scacchi sono uno sport (riconosciuti dal Coni, ndr) e le mele marce vanno isolate perchè non contaminino l'intero cestino». Ancora prima di quella loro clamorosa uscita - ripresa su tutti i social e le riviste del settore - scattò l'indagine conclusa dopo una decina di udienze in un processo sportivo che ha visto l'audizione di decine di testimoni (fra cui i vertici federali e anche alcuni genitori di scacchisti minorenni, oltre che documenti, sms e telefonate). Ieri è arrivata la condanna di 3 giovani affermati giocatori italiani: il 19enne trevigiano Pier Luigi Basso, organizzatore del torneo, (6 mesi di sospensione), il 24enne cremonese Andrea Stella (solo deplorato dal tribunale Fsi), il 32enne Angelo Damia (7 mesi) e uno straniero loro "compare": il Grande Maestro russo Igor Naumkin, 52 anni. Se l'è cavata invece Milan Mrdja, 63enne maestro croato, vecchia conoscenza dei circoli italiani e assolto nonostante 2 strane sconfitte con Stella in quel torneo dove il giovane ottenne il titolo tanto ambito.

GLI ILLECITI
Dunque partite comprate e vendute (le cifre non appaiono nella sentenza ma si parla di tariffari da 50 a 200 euro a gara), risultati combinati e una serie di violazioni all'etica sportiva. Ora i 10 campioni autori del j'accuse si dicono delusi: «Aspettiamo di leggere la sentenza, ma con quelle accuse la condanna è davvero poca cosa, ma speriamo serva a ripulire l'ambiente». La Fsi conta oltre 13mila tesserati per 350 società, ma i praticanti in Italia sono oltre il doppio. Curiosa la posizione di Basso che, a fronte di 6 capi d'imputazione (per oltre 20 articoli violati), prende solo 6 mesi come il russo Naumkin che tentò anche di coinvolgere nel giro un altro giocatore minorenne.

Il torneo "incriminato" aveva una formula preordinata che serviva - scrive il tribunale - «ad alterarne lo svolgimento». E ora c'è pure il "rischio" che lo stesso Stella (peraltro già sospeso in primavera che fece ricorso e ottenne la sospensiva)  e pure Basso siano in gara ai Campionati italiani che iniziano mercoledì a Cosenza fra i 12 top player nazionali: un ricorso d'urgenza potrebbe riammetterli, ma la reazione degli altri dieci giocatori sarà tutta da vedere.

I servizi sul Gazzettino del 26 novembre  

Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 19:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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