Spv al palo, costi lievitati e risorse
introvabili: la Corte dei Conti accusa

Martedì 15 Novembre 2016
Uno dei tanti cantieri aperti sul territorio pedemontano veneto per la Spv
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VENEZIA - La Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti è intervenuta sullo stato di realizzazione della superstrada a pedaggio Pedemontana veneta. «La relazione - è detto in una nota diffusa oggi - conferma le criticità riscontrate lo scorso anno, quali, fra le altre: l'estrema lentezza dell'iter dell'opera; i costi della struttura commissariale che si sovrappongono a quelli degli organi ordinariamente deputati alle stesse funzioni; le carenze progettuali; la portata di alcune clausole della convenzione; le difficoltà inerenti all'esecuzione dell'opera; l'esistenza di clausole contrattuali particolarmente favorevoli al concessionario; gli oneri e le penali e la loro rilevanza per i bilanci pubblici; le problematiche di ordine ambientale rilevate dal Ministero competente; il lievitare dei costi».

«Il ricorso al partenariato pubblico privato - prosegue - non ha portato i vantaggi ritenuti suoi propri, rendendo precaria ed incerta la fattibilità dell'opera stessa. Appare evidente, infatti, la difficoltà a far fronte al closing finanziario, ricorrendosi, in contrasto con i principi ispiratori della finanza di progetto, all'intervento di organismi pubblici, al fine di superare le criticità dell'operazione, dovendosi valutare anche la traslazione del rischio di mercato sul concedente, in contrasto con la ratio del ricorso alla finanza di progetto. A poche settimane dalla fine del mandato del commissario delegato, istituto sul quale il Dipartimento della Protezione civile ha avanzato perplessità, circa la futura titolarità della competenza alla continuazione dell'opera, si profila una situazione di incertezza. Non è ancora chiara la realizzabilità di molte strutture viarie funzionalmente connesse alla realizzazione dell'opera principale». «Solo a seguito dell'intervento della Corte - conclude la nota - è stata intrapresa, da parte degli organi competenti, una più approfondita attività di controllo sulla gestione dell'opera. È necessario provvedere ad una rapida definizione delle procedure espropriative».

L'intervento della Corte dei Conti arriva dopo giorni di polemiche tecnico politiche. 
Rincara la dose anche il CoVePa, da sempre critico sulla gestione dell'opera: «Molte strutture viarie, complementari dell’opera principale, mancano nel progetto viario e finanziario, come pure la prospettiva di una rapida definizione delle procedure espropriative, nonostante le assicurazioni avanzate dalla Regione Veneto - scrivono Matilde Cortese, Massimo Follesa ed Elvio Gatto -. Queste questioni sono capaci di far esplodere i costi della Spv oltre i 3,1 miliardi di euro, in virtù delle decine di chilometri mancanti e dell'asserito collaudo dell'opera per i 130 km/h,  aumentando così anche le fasce di indennizzo. Le difficoltà sul closing finanziario sarebbero percò legate alla difficoltà di chiudere il vero costo dell'opera. Insomma il bond o il finanziamento pubblico miliardario non sarebbero in grado di coprire non solo tutte le opere del contratto sul tavolo, ma anche quelle sotto il tavolo, le intese con le decine di sindaci».

 

Ultimo aggiornamento: 17:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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