​Lei lo lascia; «Ti sgozzerò per Allah. Ricordalo, per il mio Dio non mento»

Venerdì 22 Marzo 2019 di Denis Barea
Lei lo lascia; «Ti sgozzerò per Allah. Ricordalo, per il mio Dio non mento»
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SPRESIANO - Qualche settimana fa era stato condannato in abbreviato a 1 anno di reclusione e 20mila euro di risarcimento per stalking nei confronti della moglie 27enne, albanese come lui. Ora l'uomo, un 37enne di religione musulmana che ha trasformato la vita della compagna in un inferno a causa della sua ossessiva gelosia, dovrà presentarsi di nuovo davanti al giudice il prossimo 18 dicembre dopo che ieri è stato rinviato a giudizio con l'accusa di maltrattamenti sempre nei confronti della oramai ex coniuge. «Ti sgozzerò per Allah. Ricordalo, per il mio Dio non mento» le diceva dopo che lei lo aveva lasciato.
 
NON SOLO MINACCEMa l'uomo, che non condivideva la eccessiva occidentalizzazione della 27enne, che lavora come parrucchiera, non si sarebbe limitato alle minacce. Prima di venire mollato, oltre a prometterle ti ucciderò se mi lasci avrebbe cercato di ricondurla alle sue regole a colpi di ceffoni e tirate di capelli. Veri e propri pestaggi, che sarebbero avvenuti secondo l'accusa già a partire dal 2012 e fino al 2016 e che in alcune occasioni avevano costretto la donna a recarsi al pronto soccorso.
Come quella volta in cui, a suon di sberle, le aveva provocato una grave contusione allo zigomo sinistro. Fatti che sarebbero avvenuti nella casa di Spresiano dove la coppia viveva insieme alla figlioletta minorenne ma anche nei pressi del posto di lavoro di lei, dove l'uomo pretendeva di accompagnarla e le imponeva di farsi prendere alla fine dei turni per paura che potesse avere contatti con altri e che non si comportasse come una donna per bene.
LE VESSAZIONI«Insopportabili - ha raccontato la vittima - quei quattro anni di inferno, quei giorni scanditi dalle botte e dagli insulti, da umiliazioni e vessazioni di ogni tipo». Poi la fuga verso la libertà: nell'ottobre del 2017 la 27enne fa le valigie e se ne va di casa con la figlia. Pensava di aver detto basta all'incubo ma la persecuzione sarebbe invece continuata ancora. Il suo carnefice, l'uomo che l'aveva fatta precipitare nel vortice di violenza per il quale a fine anno il 37enne dovrà rispondere a processo, difeso dall'avvocato Simone Marian, non le ha dato pace.
LE CARTESconvolto per essere stato lasciato e dopo aver ricevuto le carte della richiesta di separazione legale l'albanese non si è più frenato. Il suo unico pensiero, il chiodo fisso delle giornate era l'idea che la 27enne potesse rifarsi la vita con qualcun altro considerato che, a suo giudizio, conduceva una esistenza troppo promiscua: colleghi maschi come anche clienti maschi. «Sei una poco di buono, hai soddisfatto i tuoi clienti oggi?» le diceva per insultarla. Aggiungendo: «Non morirò senza ammazzarti, non pensare mai di esserti liberata di me, non voglio vederti con nessun altro. Per Allah ti sgozzerò prima, tanto non ho più niente da perdere nella vita». 
Denis Barea
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